La prima tornata di “lanci” in ambiente naturale della vespa samurai, alleata dei nostri agricoltori nella lotta contro la cimice asiatica, sarà effettuata a metà giugno, in circa 300 aree accuratamente selezionate per garantire il massimo di diffusione e ripopolamento della stessa vespa nei principali comprensori frutticoli dell’Emilia-Romagna. La seconda serie di immissioni mirate è invece prevista per metà luglio.
La Regione Emilia-Romagna mette dunque in campo la scienza per contrastare la Halyomorpha halys, nome scientifico dell’insetto originario della Cina che negli ultimi anni ha causato ingenti danni nelle campagne, e per provare a neutralizzarlo, o perlomeno a renderlo meno aggressivo, “arruola” il suo nemico naturale, appunto la vespa samurai (Trissolcus japonicus). È un minuscolo imenottero, originario anch’esso dell’Asia, innocuo per l’uomo, che riesce a contrastare in maniera efficace l’avanzata della cimice grazie alla sua capacità di ridurre il potenziale biotico del parassita che minaccia soprattutto le produzioni frutticole.
Obiettivi e cronoprogramma del piano regionale di lotta biologica alla cimice, in contemporanea con analoghi progetti pronti a partire anche in altre regioni italiane, soprattutto al Nord, sono stati illustrati questa mattina in un webinar organizzato dall’assessorato regionale all’Agricoltura, in collaborazione con il settimanale “Terra e Vita”, trasmesso in diretta streaming sul portale di LepidaTv, con 500 persone collegate.
All’incontro, aperto dall’assessore regionale, Alessio Mammi, hanno partecipato il direttore generale dell’assessorato, Valtiero Mazzotti, il responsabile del Servizio fitosanitario regionale, Stefano Boncompagni, oltre a numerosi tecnici ed esperti, tra cui Pio Federico Roversi, direttore del Crea Difesa e Certificazione di Firenze. I relatori hanno poi risposto alle numerose domande del pubblico pervenute via whatsapp.
“Dopo la recente pubblicazione del decreto ministeriale con i criteri per autorizzare l’immissione di insetti esotici come la vespa samurai- ha sottolineato Mammi- siamo ora pronti a dar corso alla realizzazione di un progetto nel quale crediamo fortemente e sul quale abbiamo investito molto. Il Servizio fitosanitario regionale, in collaborazione con una rete di laboratori pubblici e privati, ha lavorato nel periodo autunno-invernale per la raccolta delle ovature di cimice che servono alla riproduzione della vespa samurai. Siamo già nelle condizioni di far decollare il piano; la definitiva autorizzazione ministeriale dovrà arrivare entro metà giugno per garantire i primi lanci su grande scala di Trissolcus japonicus proprio nel momento del picco delle ovature naturali di cimice”.
Cosa prevede il piano regionale
Saranno nel complesso oltre 65 mila, in base al piano messo a punto dalla Regione, gli esemplari di vespa samurai che nel 2020 saranno liberati in circa 300 “corridoi ecologici” sparsi in tutto il territorio regionale, con una maggiore concentrazione nelle zone di pianura e bassa collina dove si trovano le principali aree frutticole che hanno subito i maggiori danni da cimice asiatica.
I siti prescelti per il lancio sono aree verdi adiacenti alle coltivazioni (siepi, argini fluviali, boschetti, ecc.) dove non vengono eseguiti trattamenti chimici e che quindi sono particolarmente adatti all’insediamento e al ripopolamento della vespa samurai. I primi nuclei del Trissolcus japonicus saranno prelevati in questi giorni dal Crea di Firenze, unico laboratorio autorizzato in Italia per la riproduzione dell’insetto-amico, per essere poi affidati a quattro centri di moltiplicazione presenti sul territorio regionale.
Si tratta dell’Università di Bologna e di quella di Modena e Reggio Emilia e di due centri di saggio: il Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore (Bo) e Agri 2000 di Bologna. Queste quattro strutture per tutto l’inverno hanno raccolto e immagazzinato migliaia di uova di cimice che saranno “inseminate” con quelle della vespa samurai per far nascere gli adulti del Trissolcus japonicus.
Una produzione massiva di decine di migliaia di esemplari che tra circa un mese e mezzo saranno rilasciati nell’ambiente, con l’obiettivo che la vespa samurai quanto prima faccia il suo dovere, parassitizzando le uova di cimice, in modo da ridurre progressivamente la sua presenza nelle campagne dell’Emilia-Romagna, contribuendo così a ristabilire l’equilibrio ecologico compromesso dalla cimice.
Il coordinamento con Università e associazioni
Il progetto messo a punto dal Servizio fitosanitario regionale, in stretto coordinamento con i tecnici sul territorio, i ricercatori universitari e le associazioni dei produttori, prevede due lanci per sito, con 110 insetti per lancio, di cui 100 femmine e 10 maschi, per un totale appunto di oltre 65 mila esemplari. Sulla carta i periodi più indicati per effettuare i due lanci sono stati individuati a metà giugno e metà luglio. Per decidere il momento più favorevole per i lanci è stato attivato un sistema di monitoraggio per stabilire quando sarà presente il picco di ovature di cimice da parassitizzare.
Nel corso del convegno è stata comunque ribadita l’importanza di non abbandonare gli altri strumenti di difesa contro la cimice, integrando strategie di difesa attiva con l’installazione negli impianti frutticoli delle reti protettive. Le indicazioni del coordinamento regionale per la difesa delle colture sono diramate settimanalmente tramite gli appositi bollettini di produzione integrata e biologica, disponibili anche sul sito del Servizio fitosanitario regionale. Invece per aiutare le aziende a dotarsi di reti anti-insetto la Regione ha già varato tre bandi ad hoc che hanno messo a disposizione degli agricoltori circa 15,4 milioni di euro di contributi nel triennio 2017-2019.
A che punto siamo per l’indennizzo dei danni da cimice
Per quanto riguarda l’indennizzo dei danni alle colture (melo, pero, pesco, nettarina e kiwi) causate della cimice, si è in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del provvedimento che dichiara lo stato di eccezionalità dell’evento, dopodiché scatteranno i 45 giorni per la presentazione delle domande di indennizzo, per le quali la Regione Emilia-Romagna ha già messo a punto una procedura on line con un applicativo specifico per la presentazione delle istanze.
A disposizione ci sono gli 80 milioni di euro stanziati dall’ultima legge di bilancio per tutto il territorio delimitato a livello nazionale.
“Se le disponibilità del Fondo si rivelassero insufficienti a coprire i danni accertati alle aziende agricole emiliano-romagnole- chiude Mammi- è nostra ferma intenzione tornare a sollecitare il governo e il Mipaaf affinché tutte le aziende che rientrano nei criteri per beneficiare degli indennizzi siano adeguatamente ristorate”.