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Anche a Bondeno il Burana chiude gli ultimi cantieri per prepararsi alla stagione dell’irrigazione

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“La pendenza è minima ma c’è, tutte le acque della pianura a nord di Modena e parte di quelle del basso mantovano, se lasciate defluire, scorrono verso il territorio di Bondeno che non a caso è la sede dei più importanti impianti di scolo della bonifica Burana – spiega il Presidente Francesco Vincenzi” che aggiunge: “e il recettore principale di queste acque è il canale Collettore di Burana. Si vede anche dalle sue dimensioni: chi arriva a Bondeno la prima volta resta colpito dalla sua imponenza. Purtroppo però gli eventi metereologici avversi e sempre più intensi degli ultimi anni e il sisma del 2012 – sempre lui -, hanno mostrato la sua fragilità facendolo collassare in più punti. Per questo è oggetto di intervento da tempo, un tratto alla volta, per non pregiudicarne la funzionalità. Il secondo cantiere terminato nei giorni scorsi è quello al canale delle Pilastresi nel tratto in sponda destra compreso tra l’Impianto Pilastresi e il ponte Pepoli su Via Arginelli. Ricostruendo la sponda del canale si sono evitati anche cedimenti sulla Strada Provinciale 18”.

Il Direttore del Consorzio Burana Cinalberto Bertozzi spiega i due interventi: “Abbiamo concluso in questi giorni i lavori di riconsolidamento per ridare stabilità agli argini del canale Collettore di Burana nei tratti più dissestati in sinistra idraulica, attraverso la collocazione di palancole di acciaio di sostegno sia agli argini che al piano stradale adiacente per 50 metri circa. I nostri tecnici hanno determinato essere il metodo più semplice e veloce, resistente alla corrosione, recuperabile, dal basso impatto ambientale e lungo ciclo di vita, oltre che il più conveniente, per un canale dalla sezione così ampia. Il tutto è stato accompagnato dall’infissione di pali di castagno, infine rivestito da pietrame naturale di cava per armonizzare il tutto con l’ambiente. La fase conclusiva ha previsto la semina di specie erbacee selezionate autoctone e idonee al sito, al fine di ricucire il paesaggio naturale e dotarlo di maggior valore ambientale, nonché per sfruttare la capacità di protezione dall’erosione delle radici delle piante. L’altro intervento, che ha interessato ben 932 metri del canale delle Pilastresi, ha risolto una situazione di gravi cedimenti – sempre a seguito del sisma del 2012 – tramite la creazione di un’ampia difesa in pietrame naturale delle sponde di un canale fondamentale nel Polo idraulico Pilastresi a tutela della sua duplice anima e delle sue funzioni sia di scolo che irrigue”.