I serrati controlli operati dai carabinieri della stazione di San Polo d’Enza avuti riguardo ai giovani in età scolare, ha portato i militari a individuare un maxi giro di compravendita di marijuana tra giovani studenti, gestito principalmente da due minori reggiani che si avvalevano dell’applicativo Telegram per ricevere e soddisfare le richieste dei loro clienti con cui si interfacciavano attraverso la creazione di “chat segrete” e “messaggi a tempo” che si autodistruggevamo dopo pochi secondi dalla ricezione. Escamotage quelli utilizzati dai giovani pusher per non lasciare prove.
Con l’accusa di spaccio continuato di sostanze stupefacenti i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna un 17enne e un 16enne a cui i carabinieri hanno sequestrato i rispettivi smartphone contenenti sull’applicativo Telegram messaggistica non criptata ricondotta all’illecita attività di spaccio. Tra i vari messaggi quello di un giovanissimo cliente che si lamentava della qualità dell’erba che aveva acquistato e consumato in quanto a suo dire non aveva sballato nessuno.
Un attività quindi, quella condotta dai carabinieri della stazione di San Polo d’Enza, che parte dal monitoraggio dei giovani in età scolare e che nasce dal controllo di uno studente 18enne trovato in possesso di mezzo grammo di marijuana e uno spinello già confezionato e per questo segnalato quale assuntore di sostanze stupefacenti. La segnalazione del giovane alla Prefettura reggiana è stato un primo step della certosina attività condotta dai carabinieri sampolesi che attraverso l’analisi speditivo del suo smartphone hanno rinvenuto messaggi sull’applicativo Telegram il cui contenuto in maniera abbastanza evidente rimandava all’acquisto di stupefacenti. Le attenzioni dei carabinieri di San Polo d’Enza si catalizzavano quindi sui due minori a carico dei quali sono stati acquisti incontrovertibili elementi di responsabilità che li vedevano aver effettuato plurime cessioni di marijuana sia a favore del 18enne che di altri numerosi giovani in prevalenza minori.
Complessivamente i militari sono risaliti a una quarantina di clienti, tutti segnalati quali assuntori, attraverso i quali i militari hanno ricostruito l’illecita attività di spaccio che andava avanti dall’estate scorsa e che ha permesso di costruire oltre 150 cessioni di stupefacenti. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno accertato responsabilità a carico di un 18enne reggiano responsabile di alcune cessioni di roga circostanza per cui è stato denunciato alla Procura reggiana per spaccio. Un altro minore invece è stato denunciato alla Procura presso il Tribunale per i minorenni in ordine al reato di calunnia: sentito dai carabinieri, essendo emerso quale assuntore di stupefacenti, per coprire il suo vero pusher (in corso di identificazione) ha accusato i due minori indagati sostenendo di aver ricevuto da loro stupefacenti in un’ottantina di occasioni. Circostanze poi risultate infondate a seguito degli accertamenti condotti dai carabinieri.