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Scuola del paesaggio del Parmigiano Reggiano di montagna, il 9 novembre a Casina

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Il paesaggio e il Parmigiano Reggiano di Montagna. Se ne discute presso il Centro Culturale di Casina sabato 9 novembre 2019, in occasione della Scuola del Paesaggio, dalle 9 alle 13. Sarà l’occasione per discutere di come un bel paesaggio, come quello dell’Appennino emiliano, abitarci o attraversarlo: non sarebbe possibile senza chi quel paesaggio lo fa. E anche del fatto che disegnare il paesaggio significa rinnovare con il lavoro quotidiano l’unione tra l’operare umano e le particolarità, naturali e storiche, dell’ambiente. Alla base di tutto le attività tipiche del nostro territorio, quelle di filiera del Parmigiano Reggiano: significa produzione e turismo di qualità.

Alla giornata di Casina offrirà autorevoli spunti di riflessione e confronto Mauro Agnoletti, docente all’Università di Firenze, esperto di processi produttivi e pianificazione del paesaggio, pianificazione dei sistemi agricoli e forestali, oltre che di storia ambientale. “Il valore del lavoro per realizzare un formaggio d’eccellenza come il Parmigiano Reggiano non si esaurisce con il valore del suo prodotto, per quanto questo sia da perseguire con consapevolezza e metodo. Esso produce anche un valore economico, ecologico e culturale: il valore della risorsa paesaggio. Una parte della Riserva della Biosfera Appennino Tosco-emiliano vive soprattutto di Parmigiano Reggiano”.

In che modo il presente e il futuro del paesaggio riguardano questo ampio territorio collinare e montano?
“Il paesaggio tradizionale può, allora, divenire il motore dello sviluppo rurale grazie alla conservazione dinamica. Cioè, sfruttando le tecniche tradizionali di gestione del paesaggio per lo sviluppo sostenibile delle aree interessate. Azione che comporta benefici diretti ed indiretti per la popolazione”.
In che modo il disciplinare del Parmigiano Reggiano ha contribuito all’evoluzione del territorio e del paesaggio?
L’intervento di Igino Morini, funzionario del consorzio responsabile della promozione, illustrerà come le scelte tecnico-produttive elaborate negli anni Cinquanta del Novecento, nel solco della tradizione, abbiano assegnato all’agricoltura di montagna la strada del futuro. Infatti, il nostro paesaggio d’Appennino è bello grazie al lavoro sull’ambiente di una società modernamente agricola.
Come si nutrono le mucche che producono il latte con cui si fa il Parmigiano Reggiano?
Adelfo Magnavacchi, direttore del Crpa, centro di ricerca che fornisce sapere scientifico-sperimentale al mondo delle produzioni zootecniche, presenterà al pubblico gli studi in corso sulle piante da foraggio ecosostenibili e di qualità, condotti nella zona collinare di Casina. Ottimizzare la coltura del campo e la nutrizione del bestiame, per garantire il livello qualitativo ed economicamente sostenibile del formaggio, è un altro modo per disegnare il Paesaggio del Parmigiano Reggiano.

La Scuola del Paesaggio del Parmigiano Reggiano, sezione territoriale della Summer School Emilio Sereni Storia del paesaggio agrario italiano, è nata nella Riserva della Biosfera Appennino Tosco-Emiliano, per iniziativa di alcuni Comuni ed Enti in primis il Comune di Casina. Il fine della scuola è far crescere una diffusa consapevolezza del paesaggio in cui si produce il Parmigiano Reggiano di Montagna. Il paesaggio agrario del Parmigiano Reggiano di Montagna è il frutto di una filiera orientata alla qualità, in grado di coniugare con responsabilità la conservazione delle tradizioni produttive e la capacità di adattamento resiliente all’evoluzione del quadro economico.
Il Paesaggio del Parmigiano Reggiano di Montagna è un paesaggio coerente, riconoscibile e meritevole di attenzione da parte di quanti lo abitano e lo attraversano: pertanto, le iniziative ideate sono di varia natura.
Si tratta, in particolare, di interventi di tipo tecnico-scientifico, ma anche di carattere artistico, o ancora, scolastici e divulgativi. Destinati, quindi, non solo alla governance politico-culturale, ma anche agli operatori sul territorio, al mondo della formazione e agli organismi associativi, fino ai singoli cittadini.