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Cisl Fp e Cisl Medici ER su aggressioni personale sanitario

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“Le continue segnalazioni di aggressioni fisiche e verbali a danno degli operatori sanitari che avvengono in tutte le strutture sanitarie della regione, e non solo ai pronto soccorsi, sono gravi e del tutto intollerabili per un paese civile – dichiarano Lavinia Carmela (staff segretaria regionale Cisl Fp) e Marisa Faraca (presidente regionale Cisl medici) – Ultimo episodio in ordine di tempo riguarda 2 aggressioni al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Bologna in meno di 24 ore, un medico e un operatore socio sanitario in infortunio per essere stati aggrediti, presi a pugni e schiaffi e infermieri al triage aggrediti verbalmente e subita la minaccia e il tentativo di danneggiamento dell’auto privata di uno di loro”.

“Riteniamo che rispetto il pronto soccorso coinvolto vadano prese delle decisioni in tempi rapidi rispetto l’attuale sistema di accessi già criticato da operatori e sindacati.
Il 26 giugno avevamo richiamato la Regione ad affrontare questo tema, in particolare per il pronto soccorso, su cui aveva promesso la valutazione delle misure in tempi ben più rapidi. Finalmente dopo le nostre sollecitazioni il 10 Settembre sarà riaperto il confronto su questo tema con la Regione EmiliaRomagna per discutere dell’aggiornamento della “raccomandazione per la prevenzione della violenza a danno degli operatori sanitari”.
Ora, con questo ennesimo grido d’allarme, vogliamo ancora una volta ribadire che aggredire chi tutela e si prende cura della nostra salute non significa solo arrecare un danno al singolo, ma a tutti i cittadini, alla nostra città. Un danno assurdo non solo perché intacca quel minimo comune denominatore di civiltà che dovrebbe essere insito in ogni comunità, ma anche perché comporta anche un pesanti ricadute sia per i colleghi sia per l’intera struttura sanitaria, visto che la stragrande maggioranza delle volte il lavoratore aggredito dovrà passare un periodo di convalescenza a casa o, peggio, in ospedale.
È il momento ormai non rinviabile di mettere in atto azioni concrete di miglioramento della tutela fisica degli operatori, di cui tanto si è parlato. Nessun lavoratore dovrebbe temere per la propria incolumità fisica né ritorsioni perché svolge le proprie attività o perché denuncia dei soprusi subiti. I colpevoli devono rispondere dei propri gesti tutelando in tutti i modi chi subisce la prepotenza altrui”, concludono Lavinia Carmela e Marisa Faraca.