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Pesante flessione nella produzione delle imprese manifatturiere sino a 50 dipendenti

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I dati del primo semestre 2019 confermano la tendenza che era già emersa a fine 2018: una flessione importante della produzione delle imprese manifatturiere sino a 50 dipendenti, con segnali tutt’altro che positivi sul fronte degli ordini.

Andamenti annuali di principali parametri (variazioni % su semestre anno precedente)

parametri (%) secondo semestre   primo semestre  
2018 2019
media media
produzione 2,9 -4,4
fatturato 2,1 0,7
fatt. estero sul totale 23,1 16,9
ordini nazionali 0,4 -7,3
ordini esteri 4,2 -6,1
addetti 0,5 1,2
tempi incasso (giorni) 81 92,27

 

Sono numeri pesanti, con elementi di particolare preoccupazione, a cominciare dalla forte flessione segnata dall’export, con la frenata della locomotiva tedesca, primo mercato delle esportazioni dei piccoli. Ma c’è anche l’allungamento dei tempi di pagamento (+13,9%) a complicare la situazione finanziaria delle piccole imprese, già di per sé penalizzate sul fronte dei crediti e dei finanziamenti. Non tragga in inganno la – piccola – crescita degli addetti, dovuta soprattutto corrisponde all’assunzione di lavoratori con contratti a termine per i lavori estivi (ad esempio nel turismo) e la sostituzione di addetti in ferie.

E purtroppo l’andamento degli ordini non fa certo ben sperare, facendo temere in un autunno a tinte fosche anche per l’economia modenese, che rimane pure tra le più performanti, come ha dimostrato l’indagine congiunturale della Camera di Commercio.

A livello settoriale, il tessile-abbigliamento tiene in quanto a produzione (+0,4%), a prezzo però di un calo del fatturato (-1,7%). Sostanzialmente stabile l’agroalimentare, mentre le preoccupazioni maggiori arrivano dai due settori più importanti dell’economia manifatturiera modenese, la meccanica e la produzione di prodotti in metallo. La prima, infatti, segna una contrazione della produzione del 4,7%, con gli ordinativi totali in calo dell’8,8%.  Impennata anche per i tempi di incasso, che da 82 giorni passano a 92, che diventano 93 per il settore dei prodotti in metallo, che si muove su cifre analoghe a quello della metalmeccanica (produzione -4,9% e ordinativi totali giù dell’8,9%).

Si difende senz’altro meglio (anche se numericamente meno importante dei precedenti), il comparto delle macchine ed apparecchi meccanici, dove la produzione diminuisce rispetto al 2018, ma rimane comunque positiva (2,4%), anche se ciò avviene a discapito dei prezzi, visto che contemporaneamente il fatturato diminuisce del 3,8%.

Il fiore all’occhiello rimane, come spesso accade, il biomedicale, che cresce con numeri in doppia cifra sia per ciò che riguarda la produzione (32,9%) e il fatturato (24%). Peraltro, con prospettive lusinghiere, con gli ordini in aumento del 24%. Si tratta di un settore fortemente vocato all’export, ma che pesa ancora relativamente poco sul totale del manifatturiero di casa nostra.

Purtroppo, gli allarmi relativi ad un rallentamento della congiuntura economica internazionale e, soprattutto, di quella italiana, trovano conferma nell’andamento denunciato dalle piccole imprese manifatturiere anche nel primo semestre del 2019 e dall’andamento atteso dagli ordinativi per il futuro. Da questo punto di vista, preoccupa la debolezza strutturale del sistema economico italiano, così come le dinamiche della spesa pubblica e della prossima Legge di Bilancio, che rischiano di essere progettati su scenari ben diversi. E, ovviamente, preoccupa una situazione politica sulla quale soffiano pesanti venti di elezioni anticipate.