Ragazzi e giovani adulti che intascano articoli di cancelleria, batterie, lampadine e a volte portachiavi, chiavette Usb o cappellini; ragazze e donne che infilano nella borsa profumi, piccola pelletteria, cosmetici se non addirittura abiti leggeri. Insospettabili che in libreria o edicola fanno “cadere” nei loro zaini libri e riviste e altri ancora che trafugano prodotti alimentari. Poi ci sono i ladri “di professione”, dotati di borse “schermate” e, sempre più spesso, piccole bande di criminali che organizzano furti su commissione, magari notturni, nei negozi e nei pubblici esercizi. “Quello dei furti è un fenomeno difficile da estirpare che, anche sul nostro territorio, mantiene purtroppo un peso importante”, sostiene Confesercenti Modena, riflettendo sui dati diffusi da “Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage” (condotto da Crime&tech, spin-off del centro Transcrime dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) che ha raccolto i feedback di circa 23mila esercizi commerciali in 11 Paesi, Italia compresa.
Il territorio modenese risulta tra le prime 20 realtà provinciali italiane – è 18esimo – per numero di reati predatori (denunciati) all’interno degli esercizi commerciali. Nel 2017 sono stati circa 193 ogni 100mila abitanti (ultimo dato certo disponibile), con un calo del 12% rispetto all’anno precedente. “Un dato migliorativo – commenta l’Associazione – se raffrontato con altre realtà regionali come Bologna, Rimini, Forlì Cesena, Parma, Ravenna e Ferrara: tutte, nella classifica stilata anche dal Sole 24Ore, con numeri ben superiori rispetto alla provincia modenese. Segno che sul nostro territorio l’impegno per arginare il fenomeno non manca ed è in incremento: nella città di Modena, come previsto dall’aggiornamento del Piano Sicurezza presentato dall’Amministrazione cittadina, ci sarà un aumento sia di dotazione organica della Polizia Municipale che delle telecamere. Soprattutto però alcuni settori commerciali, tra cui ricordiamo tabaccherie, distributori di carburante, pubblici esercizi, continuano ad essere a rischio di reati predatori e atti violenti e necessitano di particolare attenzione e supporto.”
Per quel che riguarda il taccheggio, è variegato e riserva qualche sorpresa il panorama della merce che sparisce dai punti vendita. Il fenomeno interessa particolarmente gli ambiti dell’abbigliamento, delle calzature, delle profumerie. Ma anche, ovviamente, supermercati, i negozi del fai-da-te e persino le stazioni di servizio. Il settore dei generi alimentari ad esempio, risulta essere tra quelli maggiormente colpiti e tra i primi cinque prodotti più rubati ci sono le bevande alcoliche (liquori e champagne), formaggi, carne, dolci e pesce in scatola. Quindi l’abbigliamento (soprattutto sportivo) con accessori, maglieria, pantaloni, gonne e camicette, mentre telefoni cellulari e auricolari sono in cima alla lista nel settore dell’elettronica, seguiti dai prodotti legati a bellezza e cosmesi.
I periodi in cui si riscontrano i maggiori picchi di furto sono quelli legati al rilascio di nuove collezioni o prodotti, le festività (specialmente il periodo natalizio), i fine settimana e, nonostante i prezzi ribassati, il periodo dei saldi. Secondo i retailers modenesi, il taccheggio è la causa più frequente delle “sparizioni in negozio”. Oltre al “prendi e scappa”, i metodi più utilizzati sono la rottura di etichette/placche antitaccheggio e l’uso di borse schermate. Gli esercenti modenesi sottolineano anche il ruolo svolto da micro-bande, composte da 3-4 persone, spesso specializzate e ben attrezzate con strumenti per staccare le etichette antitaccheggio o jammer (cioè disturbatori di frequenze). A questi fenomeni fanno seguito i furti con scasso e i reati predatori: nel 50% dei casi avvenuti con minacce, ma senza il ricorso di alcun tipo di arma; nel 20% circa con armi bianche , mentre non mancano episodi marginali di violenza fisica.
Sebbene il taccheggio sia percepito come un fenomeno in aumento, il trend nazionale dei furti negli esercizi commerciali, stando ai dati ufficiali, risulterebbe in calo: in Italia si registrano 148,6 denunce ogni 100mila abitanti. Il dato modenese però è ben oltre sopra la media (192,9), anche se, conformemente a quello nazionale, risulta in diminuzione. “Segno che la volontà e l’impegno di contrastare il fenomeno è forte, sia da parte delle Forze dell’Ordine che degli operatori stessi. Le perdite in termini di mancate vendite non mancano di incidere sui bilanci degli esercizi commerciali e la maggior parte delle aziende, anche le PMI, riconoscono l’importanza di investire in sistemi di sicurezza, concentrandosi sulla prevenzione. A questo proposito ricordiamo gli appositi fondi previsti anche dalla Camera di Commercio di Modena, che per il 2019 ha riaperto il bando, con scadenza 30 settembre, finalizzato alla dotazione da parte delle imprese di sistemi di sicurezza passiva, come quelli di videosorveglianza”, conclude Confesercenti.