A Salus Hospital innovativo intervento chirurgico mininvasivo per guarire dalla patologia
L’alluce valgo non è solo un problema di natura estetica, ma una vera e propria patologia che può colpire chiunque e provocare seri problemi che vanno dal dolore intenso alla difficoltà di deambulazione. Ma è possibile prevenirne lo sviluppo? E quando è consigliato l’intervento chirurgico? Ne abbiamo parlato con il dott. Luigi Ferrari, specialista in Ortopedia e Traumatologia e chirurgia del piede a Salus Hospital di Reggio Emilia.
Dott. Ferrari, che cos’è l’alluce valgo? L’alluce valgo è una deformazione a carico dell’articolazione metatarso-falange del piede di solito associata ad un’infiammazione della borsa mucosa che si trova alla base dell’impianto dell’alluce stesso. Le cause dell’alluce valgo sono attribuibili a fattori geneticamente determinati, come il piede piatto e il piede cavo, e a fattori esterni, come l’utilizzo di calzature inadeguate.
Come si manifesta questa patologia? L’alluce valgo è sostanzialmente una deviazione dell’alluce verso le altre dita. Il paziente che ne è affetto può anche soffrire di dolori alla pianta del piede. Inoltre, abbinato a piede piatto o piede cavo, può causare dolori fino anche al retropiede. Di solito, il dolore è provocato dallo sfregamento della testa del primo metatarso con la calzatura. Questa azione provoca arrossamenti, calli e ipercheratosi che, con il tempo, possono tradursi in borsiti o piccole ulcere. Oltre ad essere una patologia fastidiosa, può comportare nel paziente degli squilibri biomeccanici: il cattivo appoggio del piede infatti può portare a veri e propri disequilibri posturali.
Chi ne viene colpito maggiormente? A soffrirne maggiormente è la popolazione di sesso femminile: in Italia circa il 40% delle donne è affetto da alluce valgo e la fascia più colpita è quella compresa tra i 40 e i 60 anni. Esistono comunque forme giovanili, che si manifestano attorno ai 20-25 anni di età, e forme che si manifestano in età più avanzata, spesso in concomitanza con patologie degenerative come l’artrosi.
È possibile parlare di prevenzione dell’alluce valgo? L’alluce valgo, purtroppo, è difficile da prevenire. E va tenuto conto che il solo disturbo estetico non è sufficiente a giustificare l’intervento chirurgico. Prima, infatti, vengono prese in considerazione le terapie cosiddette conservative: dall’uso di scarpe comode con pianta larga e tacco basso, ai tutori o dispositivi medici particolari, ma anche farmaci antidolorifici o plantari. Il trattamento deve tener conto di numerosi fattori: l’età del paziente, il grado di valgismo, la presenza o meno di dolore e anche la propensione all’uso di certi tipi di calzature, così come lo stile di vita. Nel momento in cui queste terapie conservative non porteranno più benefici, occorrerà procedere con l’intervento chirurgico.
Quali sono le indagini diagnostiche da effettuare? Al Salus Hospital il paziente affetto da alluce valgo viene seguito in tutto il percorso terapeutico, partendo con una prima visita diagnostica, in cui il medico valuta le condizioni del paziente in posizione eretta e lo osserva poi mentre cammina. Anche le radiografie vengono eseguite mentre il paziente è in piedi, per consentire una valutazione sotto carico della patologia. Dopo la prima visita, lo specialista potrebbe richiedere ulteriori indagini strumentali, come l’ecografia, la Risonanza Magnetica e la TAC. Per arginare il problema dell’alluce valgo, i medici proporranno al paziente un piano terapeutico personalizzato, che terrà conto di diversi fattori, non solo la presenza o meno del dolore, ma anche lo stile di vita che il soggetto conduce, le sue abitudini e perfino il tipo di calzature indossate solitamente.
Quando è consigliato l’intervento chirurgico? Se le misure conservative non apporteranno benefici e il paziente continuerà ad accusare dolore, allora si dovrà necessariamente ricorrere all’intervento. Tuttavia, si preferisce intervenire con un’operazione chirurgica dalla invasività minima: il Percutaneous Bianchi System (PBS). È una tecnica percutanea che consente di correggere l’alluce valgo mediante piccole frese di derivazione odontoiatrica, introdotte attraverso incisioni della cute di 2-3 millimetri. Ciò consente una minore invasività, una riduzione del tempo chirurgico, deambulazione immediata e un veloce recupero. Ma c’è un dato ancora più innovativo: l’assenza di viti o fili. Le fratture guariscono, dunque, secondo le esigenze del piede.
Qual è il decorso post operatorio? Dopo l’intervento, il paziente, mediante l’uso di apposita calzatura post-operatoria e di una fasciatura speciale, può camminare e appoggiare subito i piedi a terra senza l’uso di stampelle. All’intervento segue, a distanza di 20 giorni, il primo controllo nel corso del quale viene cambiata la medicazione, ridotto il bendaggio e fatto indossato un calzino PBS appositamente realizzato, che permette al paziente di tornare a vestire scarpe da ginnastica comode. Possono seguire più visite di controllo in base alla gravità della patologia trattata e dopo 45 giorni si procede con il controllo radiografico del carico ortostatico.