Purtroppo è successo ancora, anche oggi 8 maggio 2019 una ennesima morte sul lavoro. Questa mattina a Maranello, presso il gruppo ceramiche Richetti, un lavoratore ha perso la vita. Aldilà della dinamica, sulla quale sono in corso le indagine degli organi competenti, la Cgil e la Uil di Modena sottolineano che non è possibile morire di lavoro, non si può uscire di casa per andare a lavorare e non tornare più.
Infatti, purtroppo, ogni giorno in questo paese si muore per lavoro. Sono 1133 le morti solo nel 2018, oltre tre decessi al giorno, un dramma che continua senza soluzione di continuità.
Questa è una delle grandi emergenze del Paese, su cui tutti si dovrebbero impegnare, a partire dal Governo e mettere in campo azioni e risorse per non registrare più episodi drammatici come quello di oggi.
Ed invece il governo riduce nel triennio la tariffa INAIL a favore delle imprese ed è un pessimo segnale e va in controtendenza rispetto all’attenzione che dovrebbe esserci di fronte all’aumento degli infortuni e delle morti sul lavoro.
La CGIL e la Uil di Modena continueranno a battersi perché la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro sia patrimonio di tutti, delle imprese, delle istituzioni e dei lavoratori. Rendiamo concreta la nostra costituzione, l’art. 41 cita testualmente che l’attività economica non può recare danno alla sicurezza e dignità del lavoratore. In questi anni, invece, spesso le imprese hanno esternalizzato ed appaltato fasi della produzione con lo scopo di comprimere i costi del lavoro scaricando i rischi dell’attività anche sulla sicurezza sul lavoro.
Per affermare tutto ciò la CGIL e la Uil danno indicazione alle RSU/RSA di effettuare fermate, con almeno un’ora di sciopero nella giornata di venerdì 10 maggio, nei luoghi di lavoro della nostra Provincia per evidenziare ancora una volta che il mondo del lavoro sta pagando il prezzo di politiche di deregolamentazione e di deresponsabilizzazione delle imprese che in troppi casi hanno ridotto gli investimenti nella prevenzione e nella sicurezza sul lavoro.