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“Ognuno ha diritto ad amare”: il controverso Orso d’oro 2018 al Nonantola Film Festival

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Un film che affronta in maniera originale una tematica sempre attuale e scottante come quella della sessualità, terza delle sei opere prime di giovani registi e registe presenti in rassegna quest’anno come da mission della manifestazione. Con la proiezione ad ingresso gratuito in anteprima provinciale di “Ognuno ha diritto ad amare – Touch me not” – esordio della 39enne regista rumena Adina Pintilie e vincitore a sorpresa tra molte polemiche dell’Orso d’oro alla Berlinale 2018 – continuano domani martedì 30 aprile alle ore 21.00 presso il Cinema Multisala Nuovo di Castelfranco Emilia gli appuntamenti della tredicesima edizione del Nonantola Film Festival, organizzato dall’omonima associazione affiliata Arci.

Protagonisti del film – che ha vinto anche sempre a Berlino 2018 l’Orso d’oro come Miglior Opera Prima ed è stato candidato agli European Film Awards come Rivelazione Europea – la stessa Pintilie, Laura Benson, Tòmas Lemarquis, Dirk Lange, Hermann Mueller, Christian Bayerlein, Irmena Chichikova, Grit Uhlemann, Hanna Hofmann, Seani Love. Il film è vietato ai minori di 14 anni.

Laura non può sopportare di essere toccata. Prova anche con un giovane che si prostituisce ma non riesce a superare il suo problema. Christian soffre di una disabilità grave e parla con grande sincerità dei propri desideri in campo sessuale e dell’amore per la sua compagna. I due partecipano a un workshop in cui sono presenti persone di varia età e a cui è presente anche Tudor che appare molto vulnerabile ma accetterà di condividere le proprie sensazioni.

La recensione

Si sa che il corpo prende sempre parola in modo inaspettato. Lo sapevano bene le isteriche di fine Ottocento, quelle che venivano visitate da Freud e Breuer e che spesso non riuscendo a esprimere in forma verbale quello che volevano dire (o per meglio dire, non avendo di fronte a sé una scienza medica che era in grado di ascoltarle) decidevano di prendere parola tramite i sintomi del proprio corpo. Questo per dire che spesso tra la parola e il corpo, tra la sfera verbale e quella sessuale non c’è sempre una consonanza d’intenti ma più spesso una divergenza di pratiche e di linguaggi. Prendere parola sulla propria sessualità, parlare del proprio desiderio, è un’operazione assai difficile su cui l’apporto dell’immagine rischia di complicare le cose più che di renderle più immediatamente accessibili.Ognuno ha diritto ad amare – Touch Me Not”, il film di Adina Pintilie che lo scorso anno ha vinto l’Orso d’oro alla Berlinale, prova a mettere a tema in una forma affatto originale la questione dell’intimità e della sessualità, partendo da sé, cioè dal desiderio soggettivo della regista e dell’immediato cerchio di persone che sono state coinvolte in questo progetto, che sarebbe davvero difficile da definire: un po’ performance artistica, un po’ progetto di ricerca, un po’ documentario, un po’ fiction.(Pietro Bianchi, Cineforum.it)