Home Cronaca Richiedenti asilo ospiti di una struttura d’accoglienza di Montecchio Emilia scoperti pusher

Richiedenti asilo ospiti di una struttura d’accoglienza di Montecchio Emilia scoperti pusher

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Dalla base operativa ricavata nella struttura che li ospitava gestivano l’illecito commercio di cocaina, eroina e marijuana destinate alla piazza reggiana. A scoprirlo i carabinieri di Montecchio Emilia che, ieri mattina, al culmine di una mirata e prolungata attività investigativa, hanno arrestato due richiedenti asilo – pusher.

La Procura reggiana – dott.ssa Maria Rita Pantani, sostituto titolare dell’inchiesta –  condividendo le risultanze investigative dei carabinieri, ha chiesto ed ottenuto dal GIP un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari. Il provvedimento restrittivo è stato quindi girato ai carabinieri di Montecchio Emilia, i quali hanno perciò tratto in arresto i due, un 22enne e un 32enne, entrambi nigeriani, ospiti in una struttura di Montecchio Emilia.

Un’attività avviata lo scorso mese di gennaio, quando i militari hanno perquisito un immobile di Montecchio Emilia, segnalato dai cittadini quale domicilio di spaccio. In tale ambito erano stati rinvenuti e sequestrati due smartphone, in uso al 32enne, in quanto da una sommaria ispezione risultavano contenere messaggi riconducibili all’attività di spaccio. Dall’esame dei tabulati i carabinieri sono poi risaliti a numerosi contatti con diverse persone che, identificate, sono state escusse a verbale. Tale attività ha portato ad identificare assuntori di cocaina, eroina e marijuana che hanno ammesso di aver contatto tali utenze per acquistare stupefacenti. In questo modo è stato possibile ricostruire la modalità di spaccio: alla chiamata, i pusher uscivano dalla struttura che li ospitava con lo stupefacente, incontrandosi con i clienti in un pedonale vicino alla scuola elementare del paese dove appunto si concretizzava la cessione.

I soggetti sentiti dai carabinieri sono stati quindi sottoposti ad una seduta d’individuazione fotografica che ha portato ad identificare i loro fornitori negli attuali indagati.