Nasconde tra la vegetazione della sua tartufaia telecamere autoalimentate e scopre che l’intruso non è un animale, ma un uomo. La singolare vicenda si è svolta nei boschi della frazione Levizzano del comune di Baiso, in provincia dio Reggio Emilia, dove una 48enne reggiana esasperata per i continui danneggiamenti che la recinzione del suo appezzamento boschivo subiva da anni con anche furti di tartufi è passata al contrattacco installando delle specifiche telecamere autoalimentate nella sua proprietà.
La trappola tecnologica, nata soprattutto per capire cosa accadesse realmente all’interno del suo appezzamento e se tali danni fossero da ricondurre a un animale, alla fine, ha immortalato un uomo all’interno della tartufaia durante le prime ore del pomeriggio. Le immagini riprese dalle telecamere hanno posto fine ai dubbi della donna: a danneggiare la recinzione per poi armato di vanghetto e con cane al seguito introdursi nella proprietà era un uomo.
La donna si è quindi precipitata dai carabinieri di Baiso formalizzando la denuncia di danneggiamento e di furto poiché come accertato dalle buche rilevate in sede di sopralluogo dai carabinieri di Baiso, dalla tartufaia erano stati sottratti almeno una decina di tartufi bianchi di qualità pregevole del valore stimato dalla denunciante in circa 3.000 euro. Questa volta contrariamente alle altre denunce presentate i carabinieri di Baiso, forti della documentazione video prodotta in sede di denuncia, riuscivano a identificare l’intruso in un pensionato 60enne reggiano che i carabinieri di Baiso hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia per il reato di furto aggravato.
Sulla vicenda sarebbero in corso ulteriori accertamenti da parte dei militari per valutare se a carico del 60enne si possano evidenziare anche responsabilità in relazione alle altre illecite intrusioni o se tali condotte siano da imputare ad altre persone che avevano trovato nella tartufaia, come nel caso del 60enne finito nei guai, la gallina dalle uova d’oro.