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Investimenti fino a 100 milioni di euro per rilanciare il Centro ricerche del Brasimone

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Un polo scientifico e tecnologico di rilievo internazionale, in grado di attrarre da tutto il mondo sia attività di ricerca che talenti. Contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo del territorio. È il futuro del Centro ricerche Enea del Brasimone, delineato nel Protocollo di intesa siglato tra Regione Emilia-Romagna, Regione Toscana ed Enea che pone le basi per sostenere il rilancio e la valorizzazione del sito in provincia di Bologna. I progetti –secondo l’intesa – avranno un significativo impatto occupazionale e socioeconomico. Il piano di potenziamento congiunto, una volta attuato, prevede investimenti fino a 100 milioni di euro nel periodo 2018-2025, con un sensibile aumento di nuovi posti di lavoro diretti e nell’indotto dell’area.

Oggi, proprio nel Centro ricerche, si è tenuta la cerimonia ufficiale di sottoscrizione del Protocollo, siglato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal presidente di Enea, Federico Testa, e dall’assessore della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo. La firma è stata preceduta da una tavola rotonda sulle nuove prospettive di integrazione tra le attività del Centro e il territorio, a cui hanno il sindaco di Prato e presidente Anci Toscana, Matteo Biffoni, l’assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia-Romagna, Palma Costi, il sindaco di Camugnano (Bo), Marco Masinara, il sindaco di Castiglione dei Pepoli (Bo), Maurizio Fabbri, e il sindaco di Vernio (Po), Giovanni Morganti. I lavori sono stati coordinati da Aldo Pizzuto, direttore del Dipartimento fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare dell’Enea.

“Questo accordo è frutto di un tavolo di lavoro istituzionale fortemente voluto dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana- ha affermato il presidente Bonaccini-. Puntavamo a raggiungere tutti gli obiettivi possibili per valorizzare e rilanciare il Centro del Brasimone, soprattutto per incrementare sviluppo e occupazione. Dunque, una firma, quella di oggi, che, grazie anche alla disponibilità di Enea, rappresenta un passaggio fondamentale nella direzione della valorizzazione del territorio, partendo dalla centralità dell’infrastruttura per assicurare nuove opportunità di crescita e prospettive certe a quest’area della nostra montagna. Il rafforzamento e la valorizzazione del Brasimone, porterà qui talenti, progetti e investimenti in ricerca e in produzioni tecnologicamente avanzate, ad accordi di collaborazione con università e centri di ricerca locali e internazionali. Abbiamo sempre creduto che il Centro del Brasimone rappresentasse una grande opportunità e non ci siamo mai arresi all’idea di dovervi rinunciare, affiancando gli amministratori e le comunità locali. Stiamo investendo nella nostra montagna e anche qui, in queste zone, attorno al Centro del Brasimone potrà rafforzarsi un tessuto economico e produttivo che potrà contare sulla riduzione fino al 50% dell’Irap per le imprese e gli esercizi commerciali di tutte le aree montane dell’Emilia-Romagna, e all’azzeramento della stessa tassa regionale per tre anni per le nuove aziende e le start up che decideranno di insediarsi in Appennino, misure- ha chiuso Bonaccini- per le quali abbiamo stanziato 36 milioni di euro nel bilancio 2019. Tutto a beneficio dello sviluppo e della buona occupazione”.

“Dopo l’assegnazione al Centro Enea di Frascati dell’infrastruttura di ricerca sulla fusione Dtt – commenta il sindaco metropolitano Virginio Merola – abbiamo evitato la strada dei ricorsi e ci siamo rimboccati le maniche lavorando in questi mesi insieme, Città metropolitana, Comuni e Regione, per ottenere questi importanti progetti che ora porteranno risorse e occupazione sul nostro territorio metropolitano. È un segnale importante per l’Appennino perché un progetto internazionale di ricerca come questo può creare un positivo effetto domino per l’intero comparto produttivo”.

“Il centro del Brasimone– afferma Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive– già oggi centro di eccellenza sul piano internazionale in relazione alle ricerche sulla fusione nucleare, raddoppia. La fattiva collaborazione con Enea e il gioco di squadra tra Regioni e i sindaci del territorio, ha permesso di ottenere ulteriori investimenti in ricerca tra cui un progetto unico a livello internazionale dedicato ai radiofarmaci. I campi di ricerca individuati aprono prospettive di forte sviluppo per produrre energia pulita, inesauribile, sicura, e sulle nuove frontiere della diagnosi delle malattie tumorali. Gli investimenti previsti e la capacità di creare sinergie con università e organismi di ricerca e imprese delle due regioni renderà ancora più centrale il lavoro fin qui svolto, con ricadute straordinarie su attrazione di competenze, ‘cervelli’ e quindi su sviluppo industriale e occupazione dell’Appennino. Stiamo dimostrando concretamente che il rilancio della nostra montagna passa per investimenti in ricerca industriale ad altissimo valore aggiunto”.

Il futuro del Centro ricerche
Al centro del Brasimone in una prima fase verranno realizzate le infrastrutture dove sperimentare la possibilità di produrre radionuclidi mediante neutroni da fusione: i primi studi e le prime sperimentazioni sono già in via di realizzazione anche grazie ai finanziamenti in ambito Eurofusion. Successivamente si partirà con il primo prototipo di macchina (Sorgentina Rf) con l’obiettivo di arrivare a coprire fino ad un terzo del fabbisogno mondiale di radionuclidi come il Tecnezio 99 con il quale vengono effettuate circa 30 milioni di Spect (Single photon emission computed tomography, Tomografia ad emissione di fotone singolo,) all’anno, per un valore stimato di otto miliardi di dollari.

Oltre che alle tecnologie per i radiofarmaci, verranno sviluppati specifici progetti collegati al reattore a fusione Demo e alla Divertor Tokamak Test Facility, il grande polo scientifico tecnologico che dovrà dare risposte a diverse problematiche del processo di fusione.

In stretto coordinamento con le Regioni Emilia-Romagna e Toscana e gli enti locali territoriali saranno ricercate collaborazioni per lo sviluppo di progetti di ricerca e di avanzamento tecnologici, con un gioco di squadra che faciliti, si legge nell’intesa, “l’accesso a fondi pubblici nazionali, europei e internazionali per la ricerca, incluse opportunità provenienti, anche sulla più ampia scala internazionale, da fonti private e accordi e collaborazioni scientifiche con Università e centri di ricerca e imprese di alta tecnologia per definire le modalità per offrire ospitalità a gruppi di ricerca, sedi di centri di ricerca e insediamenti industriali di carattere scientifico e tecnologico”.

L’intesa punta a trasformare il Centro Enea del Brasimone in una cittadella della ricerca, attiva in svariati settori per attrarre studiosi da tutto il mondo coinvolgendo organismi scientifici delle due regioni e interessando i sistemi produttivi dei relativi territori. Per arrivare a questo obiettivo, gli enti interessati, in collaborazione con le Città metropolitane di Bologna e Firenze e con le Unioni dei Comuni dell’Appennino Bolognese e l’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio, valuteranno interventi di potenziamento della dotazione infrastrutturale logistica e telematica che possano creare condizioni ulteriormente favorevoli allo sviluppo del Centro stesso e dei territori circostanti.