Dopo cinque anni dalla scadenza e con un ritardo di due anni rispetto ai “cugini Abi”, è stato rinnovato il contratto nazionale per i lavoratori delle banche di credito cooperativo.
Ne dà notizia la First Cisl Emilia Centrale, che rappresenta due terzi dei 320 dipendenti modenesi e reggiani delle bcc.
«Siamo soddisfatti di questo rinnovo, che ci riconosce dal 1° gennaio un aumento di 85 euro mensili sulla figura media, senza nessuna penalizzazione economica, come prevedeva invece la proposta di FederCasse a settembre 2017 – spiega il segretario generale della First Cisl Emilia Centrale Leonello Boschiroli – Oltre alla parte economica, sono importanti anche altri capitoli del contratto, come la tutela della mobilità nella cessione individuale e collettiva dei contratti, e la conferma anche per il 2019 del sistema di calcolo per il premio di risultato, che dovrà essere rivisto dal 2020 tenendo conto dell’appartenenza a un gruppo e non alla federazione locale».
Nelle prossime settimane si svolgeranno a Modena e Reggio Emilia le assemblee del personale per la presentazione e approvazione dell’ipotesi di accordo.
Intanto la First Cisl sostiene che il nuovo contratto salvaguarda lo spirito mutualistico delle bcc. «Finalmente per i lavoratori del credito cooperativo c’è un contratto che mette un punto fermo nel travagliato percorso di riforma del sistema e accompagna l’avvio e l’affermarsi dei gruppi bancari in uno scenario nuovo per ogni singola bcc.
Avendo sancito la continuità del rapporto di lavoro – continua Boschiroli – nel caso di trasferimenti derivanti dalla riorganizzazione, auspichiamo che ora il confronto proceda speditamente nei gruppi che si sono costituiti per arrivare a un accordo quadro univoco anche sulla mobilità. Sarebbe l’occasione per riaffermare le caratteristiche solidaristiche del credito cooperativo con quello stesso spirito che – conclude il segretario generale della First Cisl Emilia Centrale – ci ha permesso di avviare, con questo contratto, un osservatorio nazionale permanente di confronto e dialogo tra parte datoriale e sindacale e di istituire la banca del tempo».