Verifica della corretta applicazione delle norme di sostegno al reddito e consegna gratuita al lavoratore agricolo di un profilo contenente il conteggio dei propri contributi, scaturiti dalla lettura dell’estratto contributivo. E questo grazie a una nuova interfaccia informatica al servizio del personale Fai Cisl che consentirà al sindacato di assistere a 360 gradi i lavoratori del settore agricolo.
Un’iniziativa sperimentale che, in vista della nuova campagna per la presentazione delle domande sulla disoccupazione agricola al via dal 1°gennaio, interesserà in particolare i lavoratori pensionandi, ma anche tutti coloro che ne faranno richiesta. In più, considerato che oltre il 25% dei lavoratori agricoli in regione è di origine straniera, la categoria della Cisl, proprio per fornire indicazioni essenziali su diritti e servizi a una platea di lavoratori più ampia possibile, ha realizzato due opuscoli multilingue: uno sulla disoccupazione agricola e uno sul fondo sanitario integrativo di categoria.
Il tutto reso possibile dalla campagna #FaiDiPiù, promossa dalla Fai, la Federazione agroalimentare e ambientale della Cisl, insieme al patronato Inas Cisl, per la gestione delle disoccupazioni agricole 2019. Campagna nazionale al via oggi anche in Emilia-Romagna.
“Il nostro obiettivo primario – ha sottolineato Daniele Saporetti, segretario generale regionale della Fai Cisl, durante la presentazione del progetto avvenuta questa mattina nella sede regionale del sindacato– è quello di fornire ai lavoratori più tutele e più assistenza, semplificando e rinnovando, grazie alla collaborazione avviata con il patronato Inas, le procedure per la gestione della disoccupazione agricola che partirà dal 1°gennaio del nuovo anno”. “Sicuri – ha continuato il sindacalista – che rendere le persone più consapevoli dei propri diritti, e quindi non limitarsi a fornire informazioni e gestire pratiche, possa anche rappresentare uno strumento in più per arginare la piaga del caporalato e rafforzare il circuito della legalità nel mercato del lavoro”.
“Iniziativa – gli ha fatto eco Davide Parmeggiani, responsabile regionale Inas Cisl – che è una diretta conseguenza del nuovo percorso tracciato dalla Cisl di porre tutti i propri servizi in rete, in sinergia tra di loro per prendersi in carico la persona. Noi siamo al servizio della persona, e la pratica di disoccupazione è anche un’occasione per ampliare i diritti e verificare il loro concreto esercizio. Un modo di pensare il sindacato, la persona, il lavoro”.
I lavoratori agricoli in Emilia-Romagna (anno 2017) sono quasi centomila, di cui il 25,04% rappresentato da extracomunitari, mentre, se il focus si sposta sulle modalità di assunzione, i contratti a tempo determinato fanno la parte del leone (circa 91%), a fronte del 9,60% di tempi indeterminati. Inoltre, altro dato significativo è quello che indica come, tra il numero totali di lavoratori agricoli emiliano-romagnoli, ci sia ben il 10,87% di ‘60-65enni e oltre’. Crescente anche il numero di pratiche di disoccupazione agricola presentate in regione: 38.712 nel 2015, 39.573 nel 2016, fino alle oltre 40mila (40.570) del 2017.