Lotta all’esclusione, alla fragilità ed alla povertà; la nascita di nuovi strumenti per uno sviluppo dell’integrazione tra i servizi sociali e sanitari e la conferma del Distretto come il naturale nodo strategico per il raggiungimento degli obiettivi approfittando del ruolo di coordinamento dell’Unione. Sono questi i tre obiettivi strategici del nuovo Piano Sociale e Sanitario regionale triennale attuati con il “Piano di zona per la salute ed il benessere sociale 2018/2020” del Distretto di Sassuolo.
Una programmazione triennale che arriva dopo diversi anni di “Piani ponte” e che restituisce un respiro e uno sguardo più ampio alle politiche sociali e sanitarie, facendo della trasversalità la modalità fondante per affrontare le tematiche individuate.
Inclusione è la parola chiave, il valore fondante che l’Unione intende dare a questo Piano di Zona: è l’obiettivo strategico che lega, motiva e con il quale si vuole dare significato a tutte le azioni e gli interventi. La necessità di promuovere l’inclusione è una consapevolezza emersa con evidenza durante il confronto avviato in preparazione del Piano, con tutti gli interlocutori coinvolti nel percorso partecipato per estendere il confronto all’intera cittadinanza.
Si è scelto di confrontarsi, facendo rete attraverso incontri pubblici aperti alla cittadinanza (ciclo di 5 serate dal titolo “Nessuno escluso”), su tematiche di ampio respiro individuate come riferibili ai temi sui quali elaborare la programmazione locale a cui sono state direttamente invitati le associazioni di volontariato e quelle di promozione sociale (culturali, sportive, ricreative, ecc), le Parrocchie con la Charitas territoriali, le Istituzioni scolastiche, i servizi sanitari, le organizzazioni sindacali e datoriali, le associazioni di categoria, i rappresentanti del mondo produttivo, i rappresentanti istituzionali, i referenti delle forze dell’ordine ma aperti a tutti i singoli cittadini interessati.
Inclusione e rete guidano la costruzione di Piano di Zona per la salute e il benessere 2018-2020 e accompagnano due ulteriori obiettivi specifici che l’Unione vuole perseguire nell’arco del triennio, ed ai quali corrispondono due temi specifici.
Il primo è relativo ad un percorso partecipato sperimentale sul tema della “Povertà giovanile ed educativa”, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, che coinvolga non solo gli interlocutori più istituzionali (scuola, servizi sociali e sanitari, agenzie educative, centri per le famiglie, ecc.), ma anche quelli più informali (oratori, associazioni sportive e culturali, ass. di volontariato, gruppi ricreativi, gestori di locali, ecc. ), per cercare di leggere in modo nuovo e più incisivo la realtà propria del nostro territorio. L’obiettivo è infatti quello di cercare di capire quali e quante siano le “Povertà giovanili ed educative”, come si manifestino, con quali effetti e ricadute, ma soprattutto quali strumenti ed azioni progettare insieme per provare ad offrire risposte concrete di contrasto e di prevenzione.
Il secondo prevede la partecipazione attiva al Progetto europeo “Social(i)Makers”, al quale l’Unione ha aderito nel 2017, insieme ad altri 18 partner provenienti da 7 paesi Europei diversi (Italia, Germania, Austria, Ungheria, Slovenia, Slovacchia, Polonia) e che ha come obiettivo quello di sviluppare le competenze e le capacità di una comunità di innovatori sociali (imprenditori, finanziatori, istituzioni e cittadini) per sviluppare soluzioni innovative in grado di risolvere problemi sociali complessi.
Il “Tema della povertà”
Sulla base delle indicazioni operative della Regione, questa sezione specifica del Piano di Zona dedicata al tema della Povertà riporta il consolidamento e i rafforzamenti su base triennale del sistema di interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà, di cui all’art. 7, comma 1, del D. Lgs 147/17, che sarà programmata in modo specifico entro il mese di ottobre attraverso l’approvazione delle attività da mettere in essere per il rafforzamento dei servizi dedicati a questo tema.
Le misure nazionali e regionali del REI (Reddito di inclusione) e RES (Reddito di solidarietà) dovranno trovare piena attuazione attraverso valutazione multidimensionale e costruzione di un progetto personalizzato per i beneficiari.
Infatti l’inserimento di persone in percorsi integrati di politica attiva ed interventi di sostegno sociale e sanitario è il passaggio necessario affinché le differenti problematiche vengano affrontate in un’ottica comune e dalle interazioni di aiuti ed interventi possano attivarsi misure di ricerca attiva del lavoro con la finalità ultima di favorire la fuoriuscita da situazioni di povertà e disagio sociale.
Per quanto riguarda le modalità di partecipazione e consultazione di parti sociali e organismi del terzo settore, è in corso la revisione/modifica dell’attuale “Regolamento per la rappresentanza del Terzo settore ai Piani di Zona”, anche in esito al percorso partecipativo promosso in occasione della preparazione del Piano, nel rispetto delle linee di indirizzo della stessa Regione.
L’Ufficio di Piano distrettuale conferma il proprio ruolo di coordinamento tecnico dell’azione programmatoria e organizzativo-gestionale relativamente all’attuazione delle politiche sociali e sanitarie ed in particolare per la loro integrazione.
Il Piano per la salute e il benessere sociale non è un punto d’arrivo ma più una base dalla quale partire per lavorare nel e con il territorio e la comunità, per costruire insieme servizi sempre più vicini ai bisogni complessi con i quali ci misuriamo.
In arrivo due nuove Case della Salute a Sassuolo e Formigine
Il nuovo Piano di Zona dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico traccia le linee programmatiche per un modello di welfare più rispondente ai bisogni e alle necessità odierne, in un contesto socio-economico profondamente mutato e in continua evoluzione. L’analisi del contesto attuale è del resto il punto di partenza di questo Piano di Zona, che si apre con una fotografia del territorio dell’Unione che mostra tutte le sfaccettature della società, con le criticità connesse: dal crescente calo demografico in atto al conseguente invecchiamento della popolazione, fino agli effetti che la crisi economica ha prodotto sulle famiglie. A nuovi e diversi bisogni devono corrispondere nuove risposte, in grado anche di anticipare gli scenari possibili nel prossimo futuro.
Una programmazione, quella concertata da Enti locali, Azienda USL di Modena e stakeholder del territorio, che ridisegna l’architettura della rete dei servizi sociali e sanitari integrati, sempre in ottica sinergica, con strumenti e contenuti innovativi. Come ad esempio le Case della Salute, punto di riferimento dei cittadini per la tutela della salute sul territorio, con servizi più rispondenti alle necessità di oggi e del prossimo futuro. Sul territorio dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico, in cui è già presente la Casa della Salute di Montefiorino “Valli Dolo e Dragone”, il Piano di Zona prevede l’attivazione di altre due strutture: la Casa della Salute di Sassuolo, che troverà spazio nella sede di Villa Fiorita, e che prevede la riorganizzazione dei servizi in una logica di risposta integrata polispecialistica, presa in carico e continuità dell’assistenza, e la Casa della Salute di Formigine, divisa in due poli, uno orientato all’assistenza agli adulti, con particolare riferimento alla cronicità, collocato nell’attuale sede del poliambulatorio Ausl di Formigine, mentre l’altro farà riferimento all’area materno-infantile e sorgerà a Villa Bianchi a Casinalbo.
Altro ambito di intervento del Piano di Zona riguarda i servizi dedicati alle persone non autosufficienti, anziani e disabili, la cui programmazione mira a coinvolgere e sollecitare la comunità locale, affinché diventi inclusiva ed includente: una comunità amica capace di assumere, accogliere e sostenere le differenze. Tra gli altri obiettivi previsti dal Piano di Zona, il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare nel sistema dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari, un maggiore sviluppo dei servizi di prossimità per le persone con disabilità, il sostegno alla genitorialità e la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico.