“Come si può dare un degno ‘benvenuto’ ai prossimi amministratori di Seta? Semplice: basta proclamare a metà giugno – con quasi tre mesi di preavviso – uno sciopero di 4 ore per il primo giorno di scuola, fissato al 17 settembre. E’ questa infatti la modalità con cui le segreterie provinciali di Modena delle organizzazioni sindacali Fit-Cisl, UilTrasporti, Faisa-Cisal e Ugl-Fna hanno deciso di ‘accogliere’ il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’azienda”. A renderlo noto la stessa Seta.
“Senza nemmeno attendere l’insediamento ufficiale del nuovo CdA, quindi, si mette in chiaro fin da subito quale sarà la strategia operativa dei rappresentanti dei lavoratori del trasporto pubblico modenese (eccezion fatta per quelli che si riconoscono nella Filt-Cgil): come già avvenuto nel 2015, i nuovi amministratori troveranno ad attenderli un atteggiamento di conflitto pregiudiziale e pretestuoso, alimentato ad arte con comportamenti noncuranti dei diritti degli utenti e delle sorti dell’azienda. La questione posta alla base dello sciopero proclamato per settembre è del tutto affrontabile in sede negoziale, ma si preferisce la drammatizzazione a scopi evidentemente politici”, afferma Seta.
“Simili atteggiamenti intimidatori rendono evidente, una volta per tutte, che il solo obiettivo di talune sigle sindacali è la spettacolarizzazione del confronto, a prescindere da chi sia l’interlocutore e dal merito delle trattative da tempo in corso il cui esito, evidentemente, non è ritenuto rilevante. Del resto il contesto nazionale non è più confortante di quello locale: in Italia tra il giugno 2016 e il giugno 2017 si sono avuti 360 giorni di sciopero nei trasporti, di cui 150 nel solo settore del trasporto pubblico locale. Dal 5 al 16 luglio di quest’anno sono stati proclamati 13 scioperi (da Bolzano a Bari passando da Rimini e Parma), indetti da una costellazione di sigle e per le più svariate ragioni”.
“Per quanto riguarda SETA – conclude la nota – ribadiamo che il confronto e i tavoli di trattativa non sono mai stati interrotti – tant’è che il prossimo incontro è già stato fissato per il 18 luglio – ed i diversi accordi siglati a beneficio dei lavoratori (stabilizzazione dei nuovi assunti, incremento del premio di risultato, attivazione del welfare aziendale, potenziamento dell’organico) confermano che un’altra strada è possibile, senza ricatti e danni al servizio”.