Il film che Ingmar Bergman ha disconosciuto, facendo di tutto per impedirne la proiezione. Una spy story realizzata in piena Guerra fredda (siamo nel 1950), dal carattere esplicitamente anti-comunista: Ciò non accadrebbe qui (titolo originale: Sånt händer inte här) racconta le vicende degli esuli, fuggiti in Svezia dall’immaginario stato dittatoriale di Liquidatzia, e inseguiti dagli agenti segreti.
In occasione del centenario della nascita di Ingmar Bergman, la Svensk Filmindustri e la Ingmar Bergman Foundation hanno concesso la proiezione di Ciò non accadrebbe qui al festival Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna dal 23 giugno al 1° luglio.
Al Cinema Ritrovato, inoltre, saranno presentati, in prima italiana, il nuovo restauro – realizzato dallo Svenska Filminstitutet – del Settimo sigillo (Piazza Maggiore), e il documentario Searching for Ingmar Bergman di Margarethe von Trotta.
Ciò non accadrebbe qui, in programma martedì 26 giugno alle ore 16.30 al Cinema Arlecchino (con due repliche mercoledì 27 giugno alle ore 9 e domenica 1° luglio alle ore 17.15), fu disconosciuto dallo stesso Ingmar Bergman: “Nelle sue memorie – ha scritto Jon Wengström dello Svenska Filminstitutet – Bergman racconta di essere entrato in crisi già quattro giorni dopo l’inizio delle riprese: «Conobbi gli attori baltici esuli che dovevano partecipare al film. Fu uno shock. All’improvviso capii che genere di film avremmo dovuto fare. Tra gli attori scoprii una tale ricchezza di storie ed esperienze di vita che l’intreccio malamente sviluppato di Ciò non accadrebbe qui mi sembrava quasi osceno». Bergman e il direttore della fotografia Gunnar Fischer (che filmò nove dei dodici film realizzati dal regista negli anni Cinquanta) riuscirono a creare un’atmosfera inquietante, e Ciò non accadrebbe qui mostra anche alcune scene girate nel centro di Stoccolma che rappresentano una particolarità unica nell’opera di Bergman”.
Piazza Maggiore accoglierà invece già domani, lunedì 25 giugno, alle ore 21.45, il film più iconico di Ingmar Bergman, Il settimo sigillo: il medioevo bergmaniano vede protagonisti disillusi, reduci dalle crociate, e una celeberrima partita a scacchi con la morte, nello splendore del nuovo restauro in 4K.
Il settimo sigillo sarà introdotto da Margarethe von Trotta, il cui legame con il regista svedese è profondo. Grande conoscitrice della cinematografia di Ingmar Bergman, che considera il suo maestro, le viene chiesto di girare un documentario su di lui dopo una visita all’isola di Fårö nel 2008: “È stato lui a farmi desiderare di diventare regista, anche se ci ho messo un po’ per abbracciare questa carriera”.
Nel suo documentario Searching for Ingmar Bergman, in programma lunedì 25 giugno alle ore 18 in Sala Auditorium, emergono il cinema, ma anche le ossessioni e i demoni del regista. Una vera e propria “ricerca”, una dialettica continua e infinita tra la regista e il suo maestro.
Margarethe von Trotta sarà anche protagonista, martedì 26 giugno alle ore 12 sempre in Sala Auditorium, di una Lezione di cinema assieme al CEO della Ingmar Bergman Foundation Jan Holmberg, moderata da Ehsan Khoshbakht.
Il Cinema Ritrovato. Centenario Ingmar Bergman
Lunedì 25 giugno – ore 18, Auditorium – DAMSLab – Searching for Ingmar Bergman (Francia/Germania, 2018). Regia: Margarethe von Trotta. Introducono Margarethe von Trotta e Felix Möller
ore 21.45, Piazza Maggiore
Il settimo sigillo (Svezia, 1957)
Regia: Ingmar Bergman
Introducono Margarethe von Trotta, Jan Holmberg (CEO Ingmar Bergman Foundation) e Lars Karlsson