Da sabato 10 a lunedì 12 febbraio al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini), un viaggio verso il Sudamerica, con un’importante retrospettiva promossa in occasione della mostra México – La Mostra Sospesa – Orozco, Rivera, Siqueiros (Palazzo Fava , fino al 18 febbraio 2018).
Sabato 10 febbraio, alle ore 20.15, è in programma Un retrato de Diego, dedicato al pittore messicano Diego Rivera. Tutt’altro Messico è quello dove Luis Buñuel ha diretto nel 1962 L’angelo sterminatore, in cartellone alle ore 22.
Domenica 11 febbraio, alle ore 18.30, un restauro targato World Cinema Foundation, Redes di Fred Zinnemann ed Emilio Gómez Muriel. Le redes sono le reti dei pescatori della baia di Alvarado, Messico: una comunità in lotta contro il sopruso dei signori della pesca.
Alle ore 20.15 da Walls of Fire, dedicato a José Clemente Orozco, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros.
Lunedì 12 febbraio, alle ore 20, il monumentale Acta General de Chile, di Miguel Littin. Esiliato in Messico dopo il colpo di stato del ’73, Littín rientra clandestinamente nel paese nel 1985 e gira questo imponente documentario che denuncia le condizioni del Cile sotto la dittatura di Pinochet.
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Sabato 10 febbraio
- Ore 20.15
UN RETRATO DE DIEGO – LA REVOLUCIÓN DE LA MIRADA (Messico/2007) di Gabriel Figueroa Flores e Diego López (80’)
All’origine di questo documentario dedicato al pittore messicano Diego Rivera c’è il ritrovamento di un altro film girato nel 1949 dal fotografo Manuel Álvarez Bravo e dal direttore della fotografia Gabriel Figueroa: scene di vita di Rivera, l’artista al lavoro (lo si vede anche ritrarre Dolores del Río) e riprese dall’esposizione al Palacio de Bellas Artes che celebrava i cinquant’anni della sua carriera. Immagini che costituiscono il cuore del nuovo film co-diretto dal nipote di Rivera e dal figlio di Figueroa.
In occasione della mostra México – La Mostra Sospesa – Orozco, Rivera, Siqueiros (Palazzo Fava , fino al 18 febbraio 2018)
- Ore 22
L’ANGELO STERMINATORE (El ángel exterminador, Messico/1962) di Luis Buñuel (95’)
«Il grande affresco-sberleffo sulla crisi e l’impotenza della borghesia» (Alberto Farassino). Un folto gruppo di ricconi si riunisce a palazzo per cenare sontuosamente e, senza un perché, scopre che è impossibile guadagnare l’uscita. Un orso assiste al trionfo della barbarie inerpicandosi su una colonna. Cima tempestosa del cinema fantastico.
Domenica 11 febbraio
- Ore 18.30
REDES (Messico/1936) di Fred Zinnemann ed Emilio Gómez Muriel (61’)
Prodotto e fotografato da Paul Strand, che per la regia si affiancò (non senza contrasti) all’ancora acerbo Zinnemann. Abbagliante forza visiva e durezza propositiva dello sguardo sociale. Le redes sono le reti dei pescatori della baia di Alvarado, Messico: una comunità in lotta contro il sopruso dei signori della pesca. Un racconto «teso, semplice, emozionante, un’impresa che, per il tema e il tipo di lavorazione, anticipava di quindici anni La terra trema» (Ugo Casiraghi).
Restauro sostenuto dalla World Cinema Foundation e realizzato dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata
- Ore 20.15
WALLS OF FIRE (USA/1971) di Herbert Kline e Edmund Penney (80’)
‘Muri di fuoco’. Sottotitolo: The Story of Los Tres Grandes. I ‘tre grandi’ sono José Clemente Orozco, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros. Kline e Penney ripercorrono la storia del muralismo messicano attraverso vite e opere dei tre artisti e documentano la realizzazione di La Marcha de la Humanidad, capolavoro di Siqueiros.
INTERVISTA A SALVADOR ALLENDE: LA FORZA E LA RAGIONE
(Italia/1971) di Roberto Rossellini e Emidio Greco (37’)
Nel ’71, il presidente Allende, già oggetto di una violenta campagna mediatica orchestrata dalla CIA e dai conservatori cileni, desidera far conoscere al mondo la via cilena e democratica al socialismo. Rossellini coglie al volo l’opportunità girando questo documentario-intervista. Allende espone il suo progetto di governo per un Cile rinnovato e più moderno, svelando come la ragione, qualche volta, possa avere la meglio sulla forza.
Lunedì 12 febbraio
- Ore 20
ACTA GENERAL DE CHILE (Cile-Cuba/1986) di Miguel Littín (240’)
«Il mio film è il resoconto di un testimone. Ho usato il cinema come un taccuino – una trascrizione di appunti. Ecco perché l’ho chiamato actas (atti)». Esiliato in Messico dopo il colpo di stato del ’73, Littín rientra clandestinamente nel paese nel 1985 e gira questo imponente documentario che denuncia le condizioni del Cile sotto la dittatura di Pinochet. Tra gli intervistati, Fidel Castro e Gabriel García Márquez, che nel 1985 pubblica Le avventure di Miguel Littín, clandestino in Cile.
Introduce Rodrigo Diaz (Festival del Cinema Latino Americano di Trieste)
Nell’intervallo tra la prima e la seconda parte light buffet a cura del Centro Costa