In occasione del finissage della mostra “Modus operandi 1986 2017” di Fausto De Nisco, Incontri Editrice organizza, sabato 20 gennaio a partire dalle ore 17 in PaggeriArte, la presentazione del libro “Come cani alla catena” di Roberto Alperoli, Alberto Bertoni, Emilio Rentocchini. Dialoga con i tre autori Francesco Genitoni.
Tre amici, tre poeti, uniti dal grande tema della memoria – tra diario, prosa e versi – alla catena del tempo che fugge e ritorna.
Roberto Alperoli è nato a Fabbrico nel 1955. Ideatore del “PoesiaFestival” delle Terre dei Castelli (Modena), di cui è attualmente il direttore, ha pubblicato i libri di poesia La vita accanto (2003), Le minime eternità (2008), Recordare (2011) con A. Bertoni e E. Rentocchini e Il cielo di oggi (2014), tutti con Incontri Editrice.
Alberto Bertoni è nato a Modena nel 1955 e insegna Letteratura italiana contemporanea e Prosa e generi narrativi del Novecento nell’Università di Bologna. In poesia, spiccano le tre edizioni di Ricordi di Alzheimer (2008, 2012, 2016), pubblicate da Book. Sul versante critico, è autore di diversi articoli, interventi militanti, saggi e volumi di argomento novecentesco. E in particolare si devono ricordare i quattro libri pubblicati per le edizioni del Mulino.
Emilio Rentocchini è nato a Sassuolo nel 1949. Ha pubblicato tra l’altro Ottave (Garzanti 2001), Giorni in prova (Donzelli 2005), Del perfetto amore (Donzelli 2008), Recordare, con R. Alperoli e A. Bertoni (Incontri 2011), Lingua madre. Ottave 1994-2014 (Incontri 2016). Daria Menozzi gli ha dedicato il documentario Giorni in prova. Emilio Rentocchini poeta a Sassuolo (Vivo Film 2006).
“Rieccoli, eccoli di nuovo qui i tre poeti di Recordare- si legge nell’introduzione al libro scritta da Marco Santagata – E però, quanto mutati da quelli! Per sei anni – tanti ne sono passati da quella raccolta – ciascuno dei tre ha seguito sua stella lungo una rotta che non solo lo allontanava dal porto di partenza ma che anche lo divideva sempre più da quella degli altri due. E così, adesso, il loro ritrovarsi in uno stesso porto a tutta prima ha un po’ l’aria di un appuntamento al quale si è voluto mantenere fede, diciamo, un debito pagato all’amicizia, un modo per non perdersi di vista. Ma si sa che le prime impressioni sono quasi sempre ingannevoli. I nostri tre poeti hanno seguito traiettorie divergenti, e tuttavia le ragioni di fondo del pubblicare insieme, nonostante le apparenze, non sono venute meno. A unificare i loro testi provvede il grande tema della memoria. Può essere la memoria circoscritta a un singolo ma tragico episodio (Alperoli), rivolta alla propria vita intera (Bertoni) o la memoria che àncora alla realtà presente, fragile eppure di persistente fisicità, un soggetto sgomentato e insieme attratto dall’eterno (Rentocchini). Soprattutto, grazie alla memoria sulla scena testuale si accampano i veri protagonisti dell’intero libro, i genitori scomparsi. Come nel precedente, anche in questo il lutto familiare è al centro del discorso. La continuità tra le due opere è dunque sostanziale. Per nessuno dei tre ricordare è un imperativo, per tutti e tre è una necessità e rimanda al rapporto intimo e profondo con il tempo, con il passato e con un presente che di quel passato ancora si nutre”.