Agivano all’imbrunire prendendo di mira le abitazioni ubicate nei comuni dell’Appennino reggiano per furti in serie che la banda di matrice albanese, ora finita nella rete dei carabinieri del Nucleo Operativo di Castelnovo Monti, da alcuni mesi compiva in serie con modalità “standard”. Con autovetture rubate, che erano soliti cambiare spesso, raggiungevano le case prese di mira accedendo all’interno attraverso effrazioni alle finestre e/o porte d’ingresso per far man bassa generalmente di preziosi in oro e contanti.
Quando recuperavano le chiavi di accensione rubavano anche le auto che poi utilizzavano per nuovi raid furtivi sostituendo quella che avevano in uso. Nella tarda serata di ieri i carabinieri del nucleo operativo e di quello radiomobile della Compagnia di Castelnovo Monti, collaborati dai colleghi in forza alle stazioni di Carpineti e Castelnovo Monti, hanno posto fine a tali scorribande furtive intercettando i due malviventi a bordo di un’auto rubata nel modenese. Uno identificato nel 30enne albanese B.B., in Italia senza fissa dimora, è finito in manette in quanto sottoposto dai carabinieri a fermio di Polizia Giudiziaria per i reati di furto aggravato e continuato, rapina e ricettazione di auto rubata, l’altro, identificato in un connazionale 20enne è stato denunciato in stato di libertà con le stesse accuse essendo riuscito a fuggire all’atto del blitz dei carabinieri reggiani. Ora è attivamente ricercato e la sua cattura potrebbe essere questione di ore. Nei confronti dei due malviventi i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castelnovo Monti hanno acquisito concordanti e gravi indizi di responsabilità in ordine ad una ventina di furti nelle case compiuti negli ultimi due mesi nell’Appennino reggiano (comuni di Baiso, Viano, Carpineti, Castelnovo Monti e frazione di Felina) ma anche nella provincia di Modena (comuni di Vignola e Castelnovo Rangone). Tra i colpi contestati ai due albanesi anche il furto in abitazione consumato il 18 ottobre a Viano poi trasformatosi in rapina. In quella circostanza i due malviventi dopo aver rubato gioielli e danaro da una casa di Viano venivano visti da un vicino di casa mentre fuggivano a bordo di una Suzuki Swift (risultata rubata durante un furto in casa a Castelnovo Rangone). In tale contesto il testimone che cercava di fermare l’autovettura veniva minacciato con un coltello dai malviventi che riuscivano a fuggire seppur la vittima riuscisse a infrangere il parabrezza dell’auto che utilizzavano poi rinvenuta abbandonata nel modenese. Durante i mesi di indagine i carabinieri hanno più volte intercettato i ladri dando vita a inseguimento che nel corso delle attività hanno portato a recuperare tre auto rubate ma mai a fermare i malviventi che ogni volta riuscivano a dileguarsi. Nel proseguo delle indagini i carabinieri localizzavano la base da dove i ladri partivano individuata in un area di parcheggio del comune di Fiorano Modenese dove venivano parcheggiate le auto rubate e poi utilizzate per altri furti. Ieri il blitz con i carabinieri di Castelnovo Monti che sono intervenuti bloccando una Fiat Punto rubata a Vignola (MO) e pronta a partire per l’ennesimo blitz (a bordo sono stati sequestrati vari strumenti atti allo scasso). Sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri anche analoghi furti compiuti nei comuni dell’Appennino reggiano nei mesi precedenti. L’ipotesi che i numerosi colpi sinora contestati ai due albanesi potrebbero essere la “punta di un iceberg” di una più ampia condotta delittuosa che vedeva i due malviventi agire all’imbrunire depredando le abitazioni. L’attività dei carabinieri del Nucleo Operativo di Castelnovo Monti potrebbe coincidere quindi con la fine di una serie numerosa di furti in abitazione che avevano creato grande allarme sociale tra la tranquilla comunità montana della provincia di Reggio Emilia. Allarme percepito dai carabinieri anche grazie all’analisi dei vari social dove i residenti segnalavano i timori per questa serie di furti nelle case che stavano avvenendo da due mesi. Il cittadino albanese finito in manette è stato posto a disposizione della procura reggiana titolare, nella persona del sostituto Dott. Giacomo Forte, dell’inchiesta.