“Seta, l’azienda di trasporto pubblico locale che opera nelle province di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, ha messo in atto una tecnica molto utile al fine di eliminare i cosiddetti ‘furti d’identità’ sui bus di linea: d’ora in poi, il controllore incaricato potrà infatti scattare al trasgressore una foto da allegare alla sanzione comminata. Questo dovrebbe consentire l’identificazione certa del soggetto, evitando che altre persone, inconsapevoli di quanto avvenuto, vedano recapitarsi verbali di accertamento per violazioni mai commesse”. A spiegarlo è il Difensore civico regionale, Gianluca Gardini.
Il nuovo metodo di accertamento disincentiva il “furto d’identità” e, d’altra parte, fornisce una prova sicura dell’identità del trasgressore. In questo modo, l’eventuale vittima del raggiro potrà dimostrare di non aver commesso alcun tipo di violazione e pretendere l’annullamento della sanzione. Il Difensore civico dell’Emilia Romagna aveva affrontato l’argomento, alcuni mesi fa, inoltrando una lettera di raccomandazione a Tper, nella quale richiedeva l’adozione di un procedimento di identificazione idoneo a garantire la posizione di chi regolarmente paga l’abbonamento o, comunque, non è responsabile della trasgressione accertata dai controllori. “È evidente- spiega quindi Gardini- che i rapporti tra gestore del servizio e utenza non possono essere improntati alla contrapposizione di interessi. Forme di controllo penetranti da parte del gestore devono necessariamente essere accompagnate da buone prassi di informazione e collaborazione con i fruitori del servizio al fine di prevenire contestazioni e reclami”. In alcuni casi, prosegue, “le violazioni sono commesse in totale buona fede e spetta ai gestori del servizio fornire informazioni più dettagliate sui punti di acquisto di biglietti e abbonamenti, sulle forme di validazione e obliterazione dei ticket (anche con apposite indicazioni da inserire sul titolo di viaggio), oltre che garantire il corretto funzionamento delle macchine per timbrare o acquistare i biglietti presenti a bordo dei mezzi”. In altre parole, la necessità di colpire i trasgressori (soprattutto quelli seriali) deve contemperarsi con precisi oneri informativi e con un certo buon senso del gestore del servizio nel valutare le condotte degli utenti. Il metodo lanciato da Seta, conclude il Difensore civico, “rappresenta un utile passo in questa direzione, un modello che gli altri soggetti gestori del servizio di trasporto pubblico, operanti nel territorio regionale, potrebbero decidere di imitare al fine di limitare gli effetti negativi dello scambio di persona”.