Incrementava il giro di clienti e quindi il volume di affari del bar favorendo la prostituzione di più donne attraverso l’organizzazione di incontri presso il locale fra donne e uomini che si premurava di contattare personalmente. In sintesi il locale fungeva da punto di incontro tra i clienti e amiche della barista la quale, anche se non partecipava direttamente ai guadagni derivanti dalle successive prestazioni sessuali a pagamento, aveva comunque un ritorno economico consistente, come è ovvio, nell’aumento del volume delle consumazioni.
A scoprirlo i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Castelnovo Monti che questa mattina hanno dato esecuzione al provvedimento di natura cautelare del divieto di dimora nel comune di Castelnovo Monti, emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Procura reggiana concorde con gli esiti investigativi degli operanti, a carico della barista, una 50enne residente a Toano, indagata per il reato di favoreggiamento della prostituzione. Lo stesso locale, che funzionava da punto d’incontro per le successive prestazioni sessuali a pagamento, è stato contestualmente sottoposto a sequestro preventivo.
Nell’ambito del procedimento la barista è anche indagata per il reato di tentata estorsione in quanto, dopo aver convinto un cliente a darle del danaro per le proprie spese, promettendogli che avrebbe interceduto con la propria dipendente affinché avesse una relazione con lui, dapprima minacciando di fargli rompere le gambe e successivamente sottraendogli la carta d’identità, gli intimava di consegnarle l’ulteriore somma di oltre 2.000 euro. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo di Castelnovo Monti sono iniziate lo scorso mese di giugno quando i militari ricevevano la denuncia di un uomo frequentatore del bar che riferiva essere vittima di un tentativo di estorsione posto in essere dalla barista alla quale già nel passato aveva consegnato somme di danaro avendo ricevuto da quest’ultima assicurazione di un sua “intercessione” affinché una sua dipendente potesse allacciare con lui una relazione sentimentale. Successivamente la barista aveva continuato a pretendere dei soldi sino ad arrivare a minacciare l’uomo sottraendogli anche la carta d’identità per indurlo a darle circa 2.000 euro. Le indagini dei carabinieri supportate anche da attività tecniche portavano successivamente ad aprire un altro filone investigativo in ordine al reato di favoreggiamento della prostituzione da parte della barista che, come accertato in maniera incontrovertibile, promuoveva nel suo locale incontri tra i clienti e sue amiche per successive prestazioni sessuali a pagamento per le quali pur non partecipando direttamente ai guadagni aveva il suo ritorno economico derivante dall’aumento del volume delle consumazioni da parte di chi nel suo locale si incontrava. La Procura reggiana, concordando con le risultanze investigative dei carabinieri del nucleo operativo di Castelnovo Monti richiedeva ed otteneva dal GIP del tribunale reggiano il provvedimento cautelare del divieto di dimora a carico della barista e il sequestro preventivo del bar. Da registrare, pur non essendo allo stato emerso che nel bar si consumassero prestazioni sessuali, che nel corso di una perquisizione locale eseguita nell’esercizio pubblico dai carabinieri durante le indagini, al piano interrato vi era una “taverna” attrezzata inusualmente con tre letti, dei quali uno matrimoniale, dove i carabinieri rinvenivano appunti manoscritti concernenti importi di danaro associati a nomi tra i quali quelli di clienti del bar e di donne emerse nell’indagine.