Michela Marzano scrive un commovente romanzo sulla maternità. Affondando il bisturi nel dolore assoluto, trova le parole esatte per nominarlo. Ci racconta che siamo nudi, vulnerabili. Eppure, quando smettiamo di chiedergli salvezza, l’amore ci salva. Michela Marzano sarà alla festa del racconto di Carpi domani – venerdì 26 maggio – alle ore 18.30 all’interno della tensostruttura allestita in Piazza Re Astolfo. A dialogare con lei ci sarà il giornalista Pierluigi Senatore.
L’AMORE CHE MI RESTA – Il romanzo L’amore che mi resta di Michela Marzano racconta il dolore assoluto di una madre che perde una figlia. Giada si è uccisa, lasciando ai suoi cari un biglietto in cui chiede scusa, dice che non ce la faceva più «ad andare avanti», che il suo compagno «non c’entra niente», che mamma «è perfetta». Insieme a lei sembra morire anche Daria, la madre, che negli ultimi tempi si era accorta della tristezza di Giada, ma non della profondità del suo malessere. I genitori credono di conoscere i figli ma talvolta non vedono, o non vogliono vedere, la loro sofferenza. Giada è stata adottata quando aveva solo sei mesi. Quando a cinque anni e mezzo, seduta sulla sediolina rossa delle fiabe, inizia a conoscere la propria storia di abbandono, in lei si apre una ferita, che pian piano diventa voragine. Daria si sente in colpa per non aver capito, convinta com’era che l’amore bastasse a guarire ogni ferita, che una madre «perfetta» potesse salvare un figlio dal male. «Il mio errore è stato quello di pensare che il mio amore ti avrebbe salvata, esattamente come il tuo arrivo aveva salvato me» (L’amore che mi resta, p. 215). Si chiude nella stanza di Giada, tra i suoi oggetti, in un dolore esclusivo ed escludente, nulla si deve toccare per non perdere Giada del tutto; l’affetto e la vicinanza degli altri sono irritanti e le parole di Giacomo, l’altro figlio, risuonano vuote fra le pareti di una stanza che rischia di trasformarsi in un «monumento funebre». Michela Marzano tocca con delicatezza le corde emotive del lettore, coinvolto nell’elaborazione di un lutto inammissibile, scandaloso; ma anche nel percorso che guiderà Daria e l’intera famiglia verso la comprensione, l’accettazione, verso una nuova vita.
Michela Marzano (Roma, 1970) è professore ordinario di filosofia morale all’Università Paris Descartes, editorialista de «la Repubblica» e autrice di numerosi libri tradotti in molte lingue. In Italia ha pubblicato, tra gli altri, Volevo essere una farfalla (2011), L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore (Premio Bancarella 2014), Papà, mamma e gender (2015). Per Einaudi ha pubblicato L’amore che mi resta (2017).
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