Senza alcuna motivazione, Trenitalia ha deciso di aumentare, in modo significativo, il costo degli abbonamenti per i treni dell’Alta Velocità.
Tra gli slogan pubblicitari che accompagnarono l’avvio dell’AV, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ricorse all’immagine della metropolitana, sottintendendo con ciò che il treno poteva essere utilizzato appunto come una metropolitana anche se su lunga tratta. Cosa che, del resto, è avvenuta con abitanti nella nostra regione che quotidianamente prendono il treno per coprire il tragitto casa-lavoro e viceversa. Persone che ogni mattina partono da Bologna o da Reggio Emilia diretti a Milano, a Firenze se non addirittura a Roma per poi rientrare la sera.
Trenitalia, come tutto il Gruppo Fsi, da qualche anno chiude il bilancio in attivo; in particolare proprio grazie agli utili derivanti dal servizio Frecce.
Appare, pertanto, quanto meno illogica la scelta di Trenitalia di aumentare il costo degli abbonamenti. A maggior ragione con due aggravanti: l’attuale contesto economico di crisi e la presenza di un altro competitor, Ntv, che addirittura gli abbonamenti li ha eliminati. E’ singolare rivedere le tariffe, a costi invariati senza tener conto poi che, a seguito delle ultime decisioni dell’Autority dei trasporti, i pedaggi, versati dalle società di trasporto al gestore della rete (Rfi), sono stati ribassati del 37%.
Gli aumenti previsti si aggirano in media sui 150 €. Un’esagerazione!
Ecco perché come Uil Emilia Romagna, UilTrasporti e Adoc regionale chiediamo un intervento forte da parte della Regione Emilia Romagna nei confronti di Trenitalia affinché riveda i rincari così da evitare che, sui lavoratori pendolari della nostra regione, gravino ulteriori oneri di spese rispetto a quanto già sostengono mensilmente.