Pugni e calci ricevuti dall’ex compagno che l’ha colpita alla testa con il calcio della pistola. Violenze che hanno coinvolto anche il figlio minorenne che, intervenuto in difesa della mamma, si è visto colpire la mano con il calcio della pistola e ricevere un pestone al piede. Una domenica pomeriggio di assurda follia quella vissuta in un comune dell’appennino reggiano che ha visto l’intervento dei carabinieri delle stazioni di Carpineti e Baiso minacciati di morte dall’esagitato che li ha “ricevuti” puntandogli la pistola che ha scarrellato due volte e lanciando all’indirizzo dei militari una bottiglia. Solo la professionalità dei carabinieri ha evitato peggiori conseguenze:
i militari indossati i giubbetti antiproiettile hanno cercato di portare alla calma l’uomo invitandolo a posare l’arma. Sentendosi accerchiato l’uomo è scappato all’interno di un boschetto da dove, dopo aver nascosto l’arma, è uscito venendo bloccato dai carabinieri. La pistola, forse una scacciacani, è ora cercata dai militari che con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale hanno arrestato il 50enne originario di Cutro imprenditore edile residente in un comune dell’Appenino reggiano, ristretto al termine delle formalità di rito a disposizione della procura reggiana. L’uomo è anche accusato del reato di maltrattamenti in famiglia per le violenze compiute a carico dell’ex compagna e del figlio ancora minorenne. Questi ultimi due peraltro, riscorsi alle cure sanitarie, sono stati medicati e giudicati guaribili rispettivamente la donna in 5 giorni e il figlio in 6.