Navigare sempre per gli altri, sapendo che, giunti al porto, il Signore ci domanderà se avremo accolto nella nostra barca chi spesso viene abbandonato in mare aperto, perché non ha la possibilità di costruirsi da solo l’imbarcazione e di affrontare degnamente la traversata”. E’ l’esortazione del vescovo di Modena, mons.Erio Castellucci, nell’omelia per la solennità del patrono, San Geminiano.
“Considerare sempre l’essere umano – spiega il vescovo – prima delle categorie a cui appartiene, mettere sempre il sostantivo ‘persona’ prima di ogni aggettivo. Se un’autorità qualsiasi, anziché ‘debole con i deboli’ – come chiede San Paolo – si facesse ‘forte con i deboli’ o ‘debole con i forti’, contraddirebbe il suo compito fondamentale, che è quello di riportare e assicurare la giustizia. La ‘compassione’ che prova Gesù, di fronte alle folle stanche e sfinite, non è alternativa alla giustizia, ma ne è l’anima: compensa quella debolezza che spesso rende impossibile agli ultimi di far valere i loro diritti”.
Chiediamo al Signore, per l’intercessione del nostro grande protettore Geminiano, di navigare sempre per gli altri, sapendo che, giunti al porto, il Signore ci domanderà se avremo accolto nella nostra barca chi spesso viene abbandonato in mare aperto, perché non ha la possibilità di costruirsi da solo l’imbarcazione e di affrontare degnamente la traversata.