La nuova stagione di teatro ragazzi per le scuole di Scandiano inaugura il nuovo anno, giovedì 14 gennaio, con lo spettacolo “Le briciole di Pollicino” per i bambini delle scuole materne ed elementari del territorio. Lo spettacolo è liberamente tratto dalla fiaba di Charles Perrault e vede la presenza sul palco di Chiara Tabaroni per la Compagnia Baba Jaga, la scenografia è di Bruno Fronteddu.
“Questo di Pollicino” afferma Alberto Pighini, Assessore ai Saperi del Comune di Scandiano “è il secondo spettacolo della rassegna di teatro ragazzi per le scuole. Siamo soddisfatti di come le diverse realtà scolastiche hanno accolto anche quest’anno la proposta del teatro ragazzi integrandola a pieno titolo nella programmazione didattica annuale. Siamo convinti, infatti, che il teatro abbia una grande valenza educativa, oltre a quella di intrattenimento e divertimento in esso insita per sua stessa natura. Ci siamo ripromessi, insieme alle insegnanti delle nostre scuole, di ritrovarci poi, alla fine di questa programmazione, in un momento di riflessione e confronto, nel quale sarà possibile insieme ad Ater valutare come sono andati gli spettacoli e pensare insieme alle proposte della prossima stagione 2016-2017, per riuscire ancora meglio ad andare incontro alle necessità delle diverse età e dei diversi programmi scolastici. In calendario ci saranno ancora altri tre spettacoli, uno a febbraio e due a marzo, dei quali uno anche per le scuole superiori in lingua inglese”.
L’idea dello spettacolo è immaginare il rapporto tra i due personaggi, Pollicino e l’orco, fuori dai margini della storia che tutti conoscono per proiettarli in un possibile futuro, in un tempo nel quale entrambi sono ormai cresciuti, maturati e quindi cambiati. Pollicino è diventato un uomo, non è più un bambino, anche l’orco è diventato un uomo perché si è ripulito e ormai mangia solo poche volte al mese uomini, per il resto si ciba abbondantemente di cose normali. Lo spettacolo è molto divertente e il ritmo incalzante. La riflessione sulla crescita e sul cambiamento è svolta con intelligenza e ironia, con uno humor, a volte nero, davvero irresistibile. Senza toni pesanti o noiosi, lo spettacolo parla di chi agli occhi del mondo rimane orco per sempre, alludendo alla difficoltà di affrontare la vicinanza di ciò che ci spaventa, senza accettare che tutti, buoni e cattivi, vivono mutamenti anche profondi nel corso della vita. Il racconto conduce i bambini in un cammino che probabilmente conoscono già, ma è proprio nel riascoltare una storia già nota che le sue radici riescono ad affondare di più nel personale tessuto emotivo. Tramite semplici oggetti quotidiani (un vecchio stivale, briciole di pane, una pentola…), scenografie che fanno riaffiorare immagini fiabesche, e la magia della voce narrata, si ripercorrono ad uno ad uno i nodi della storia (lo spaesamento dell’abbandono, la paura dell’essersi perduti, il bosco, la fuga dall’orco…) facendo rivivere da vicino personaggi ed emozioni.
La Compagnia Baba Jaga caratterizza i suoi spettacoli per un linguaggio scenico semplice ma molto profondo, in grado di porgere l’essenza della compagnia stessa. Il quotidiano diventa intreccio di sentire e guardare intorno nella realtà, dove i contorni si fanno pieni e vuoti e delimitano spazi. Sono viaggiatori che cambiano traiettorie, che non hanno timore di disegnare mappe nuove, affinchè i passi siano più lievi e l’orizzonte più consapevole, attento e audace. Gli attori non lavorano su tracciati definiti, su storie preconfezionate, su rigidi incastri, sono mossi invece dalla curiosità di impastare storie, farcendole con gli ingredienti della quotidianità e della natura, al centro delle quali c’è sempre una grande attenzione per l’essere umano nella sua totale bellezza, fatta di punti forti e deboli.