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Cisl, “Non ridimensionare l’unico porto dell’Emilia Romagna”

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Ravenna Porto“Dopo la scomparsa dell’E55 tra quelle che sono le priorità del sistema infrastrutturale italiano, l’Emilia-Romagna non può correre il rischio di penalizzare l’intera economia regionale facendo perdere competitività al porto di Ravenna, l’unico dell’Emilia-Romagna”.

E’ quanto ha dichiarato Giorgio Graziani, segretario generale della Cisl Emilia Romagna, nel commentare l’ipotesi di riforma degli ambiti portuali che porterebbe alla creazione di un nuovo macrodistretto del bacino adriatico accorpando le Autorità portuali di Trieste, Venezia, Ravenna e Ancona. Riforma che, peraltro, andrebbe ad aggiungersi alla scomparsa dei finanziamenti per il porto di Ravenna avvenuta dopo l’insediamento del ministro Delrio al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“In un momento in cui con l’Expo la stessa Regione sta facendo massicci investimenti per far comprendere al mondo le enormi potenzialità del nostro territorio, non possiamo permetterci di depotenziare le infrastrutture e le reti su cui il nostro sistema economico si muove”, continua il sindacalista della Cisl.

“Anzi – sottolinea Graziani – da mesi e mesi ribadiamo in tutte le salse la necessità di nuovi investimenti in reti e infrastrutture, indicando People Mover, Cispadana, Passante Nord, E55 e porto di Ravenna come opere pubbliche indispensabili al nostro territorio”. “Come sempre, in una logica di integrazione e rispetto istituzionale  – conclude il segretario Cisl – siamo disponibili a confrontarci e discutere senza pregiudizi su un progetto organico del sistema infrastrutturale regionale e, di conseguenza, anche su quello della portualità italiana. Tuttavia, ciò deve avvenire senza colpi di scure o imposizione di decisioni incomprensibili, ma su basi programmatiche che pongano sempre al centro lo sviluppo delle competitività del nostro sistema economico”.