Uno neolaureato dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia è stato premiato dall’European Federation of Food Science and Technology per la sua tesi di laurea che ha portato alla luce uno studio volto non solo al miglioramento delle pellicole plastiche destinate all’imballaggio degli alimenti, ma soprattutto alla creazione di film bio-edibili al 100% con la conseguente minor immissione nel mondo dei rifiuti di plastica.
Si tratta del dott. Riccardo De Leo che con il suo studio dal titolo “Incremento della self life utilizzando film edibli e antimicrobici a base di pectina”, il cui relatore è stato il prof. Andrea Pulvirenti del Dipartimento di Scienze della Vita, ha svolto un accurato lavoro sulla produzione ed il miglioramento dei film bio-edibili basati sull’utilizzo di scarti industriali agrumati. Sostanzialmente lo studio mostra come l’uso di pectine nelle pellicole per gli alimenti le rende biodegradabili al 100% ed eventualmente commestibili.
Una ricerca importante che si affaccia in un mondo dove ogni anno vengono prodotte tonnellate di pellicole plastiche destinate al food packaging, 63.000.000 ton, con un aumento dei costi in questo settore ed un parallelo aumento dell’inquinamento dovuto alle lavorazioni plastiche e all’errato smaltimento dei rifiuti.
“È stata eseguita – afferma Riccardo De Leo – una parte biochimica dove sono stati ricercati plastificanti in grado di incrementare le proprietà fisiche del film come: elasticità, trasmittanze e riduzione di permeabilità rispetto ai fluidi. Le pectine mostrano già una lieve attività antimicrobica che abbiamo potenziato con l’uso di antimicrobici naturali come il lisozima e l’Arginato Laurico. Successivamente sono stati eseguiti test antimicrobici in vitro dove ne è stata testata la reale funzionalità sui principali patogeni ed alteranti alimentari, tra cui batteri, lieviti e muffe. I film fino ad ora ottenuti mostrano una compatibilità completa con l’ambiente in quanto biodegradabili al 100%. Essendo edibili potrebbero essere addirittura ingeriti contemporaneamente all’alimento senza alcun danno per l’organismo, che ne trarrebbe benefici. Le pectine, infatti, possono essere incluse nella grande categorie delle fibre alimentari che, come ben noto da anni, sono un fattore protettivo per molte patologie tumorali del tratto gastro-enterico. Il primo obiettivo per avvicinarsi a questo futuro è l’implementazione delle proprietà meccaniche dei nostri film, in quanto devono risultare sufficientemente resistenti ed elastici in modo da evitare danni strutturali sensibili durante l’imballaggio ed il trasporto dell’alimento. Lo studio ha altresì testato la trasmittanza dei film, per valutarne la trasparenza in modo tale che l’alimento confezionato sia ben visibile una volta all’interno del packaging, e la permeabilità all’acqua e all’ossigeno del film poiché risulta essere molto importante che non vi siano scambi tra l’ambiente e l’alimento e viceversa”.
“Le ricerche condotte nel lavoro di tesi del dott. De Leo – afferma il prof. Andrea Pulvirenti del corso di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie e degli Alimenti – sono stati fondamentali per ottenere un film edibile competitivo con il packaging plastico tradizionale. Con il proseguimento di questo progetto si auspica un loro futuro impiego nel campo alimentare. Infatti, il riciclaggio del food waste permetterebbe una riduzione dei costi ed assicurerebbe una eco sostenibilità che la plastica non può garantire. Inoltre, l’utilizzo di antimicrobici servirà per incrementare la shelf-life dei prodotti freschi e per renderli più sicuri dal punto di vista microbiologico e per la salute umana”.
Il Premio della European Federation of Food Science and Technology ha dato la possibilità al dott. Riccardo De Leo, che oggi frequenta la Scuola di Dottorato Scienze, tecnologie e biotecnologie agro-alimentari, di poter partecipare, e presentare il lavoro svolto, al congresso della Federazione che si è tenuto lo scorso novembre ad Uppsala Konsert and Kongress, Uppsala in Svezia.
Riccardo De Leo
Nato il 30 maggio 1990 a Scandiano (RE), che si è laureato con 107/110 nel corso di laurea triennale in Biologia all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, per poi conseguire la laurea magistrale in Biologia con voto 110/110, è dal 1° novembre iscritto alla Scuola di Dottorato in Scienze, tecnologie e biotecnologie agro-alimentari.