Questa mattina Silvia Prodi ha partecipato all’incontro per i 30 anni della cooperativa sociale Lo Stradello di Scandiano insieme allo zio Romano Prodi. Un ritorno in famiglia per l’ex presidente del Consiglio, che al termine del momento istituzionale ha avuto un incontro privato con la nipote, con cui si è confrontato sull’attualità politica e sulla campagna elettorale in corso. Un’occasione per riconfermare la vicinanza di intenti e di vedute e ribadire la condivisione dell’impegno politico alla base della candidatura di Silvia Prodi al Consiglio regionale. «Ho ricevuto un contributo prezioso su come tradurre le idee politiche in risultati – commenta la Prodi – in particolare in questi giorni difficilissimi in cui la rassegnazione e la demotivazione rischiano di avere il sopravvento sulla partecipazione. È stato un momento significativo di ascolto e di trasmissione di saperi, un valore che ritengo fondamentale soprattutto in politica di questi tempi in cui si fa un gran parlare di rottamazione».
Romano Prodi, durante il dialogo con la nipote, si è soffermato sulla necessità di porre la coerenza alla base dell’agire politico e di quanto importanti in questo percorso siano le reti di amministratori locali. Ne è un esempio virtuoso la collaborazione tra il Comune di Scandiano e la cooperativa Lo Stradello.
«Lo Stradello rappresenta un modello all’avanguardia nell’attuazione di progetti finalizzati all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e nell’organizzazione di attività di formazione, cui guardare per sviluppare politiche regionali sempre più efficaci su questo tema». Tanti gli spunti emersi dal confronto tra Silvia Prodi e i rappresentanti e i ragazzi della cooperativa. «Questa mattinata è stata un’importante opportunità per approfondire alcuni temi che dovranno essere necessariamente affrontati dalla Regione nei prossimi mesi. Penso, per esempio, alle clausole sociali nelle gare d’appalto pubbliche per la fornitura di beni e servizi. L’esistenza di una norma che le disciplini non ne garantisce comunque l’applicazione in maniera sistematica. Introdurre tra le condizioni di esecuzione l’obbligo per l’aggiudicatario di eseguire il contratto con l’impiego di una percentuale minima di persone svantaggiate sarebbe invece un segnale positivo e un contributo fondamentale per le cooperative sociali».
Tra le altre priorità emerse, la necessità di sviluppare politiche regionali specifiche sul tema del “dopo di noi”: «A oggi le famiglie rappresentano il più efficiente servizio di welfare per i diversamente abili: esiste però un grave problema di assistenza nel momento in cui questi ragazzi, diventati adulti, rimangono senza genitori. L’incertezza del “dopo di noi” rende più difficile e complesso il dialogo tra famiglie e servizi, ed è per i genitori stessi fonte di sfiducia. Un’amministrazione attenta ai bisogni di tutte e di tutti deve dunque mettere in campo efficienti politiche di servizi in questo ambito, sviluppando percorsi di integrazione in grado di garantire un inserimento certo nella società e costruendo insieme alle famiglie strumenti idonei in grado di fornire risposte esaustive in tempi brevi».