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Usura coperta da false fatture: la Guardia di Finanza arresta nel reggiano un intero nucleo familiare

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Guardia-Finanza-ReggioELo scorso aprile i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria  della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, all’esito di  un’indagine coordinata dalla dottoressa Maria Rita Pantani,  sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia,  arrestarono per usura A.S., quarantaquattrenne
nativo di Cutro (KR) e residente a Cadelbosco di Sopra (RE).  Questi, infatti, concedeva prestiti a tassi usurari, ad una  professionista in gravi difficoltà economiche.
Nel corso della conferenza stampa, indetta per illustrare l’operazione di servizio, la Dottoressa Pantani fece un pubblico  appello alle vittime di usura, invitandoli a denunciare il  deprecabile reato alla Guardia di Finanza.
Infatti nel corso delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle, alcuni imprenditori reggiani anche se non spontaneamente, ma a seguito di convocazione, rispondendo all’appello del PM, riferivano di essere vittime dell’usuraio.
L’approfondita e meticolosa analisi effettuata e le ulteriori  investigazioni disposte dallo stesso magistrato, hanno consentito di accertare che A.S. continuava  nell’illecita attività anche in stato di detenzione.
Mutavano solo gli attori, al capo famiglia subentravano figli e  fratello: le richieste di restituzione dei prestiti venivano  effettuate da F.S. figlia del detenuto; mentre F.S. e L.S., rispettivamente figlio e fratello di  A.S., provvedevano alla riscossione degli interessi  mensili usurai.
Gli stessi, inoltre, al fine di sviare le indagine, invitavano ripetutamente gli imprenditori a dichiarare il falso qualora sentiti dai finanzieri.

Nel corso della perquisizione effettuata nella residenza dei figli del A.S. è stata rinvenuta e sequestrata una carabina  calibro 22 detenuta illegalmente, mentre nel domicilio del  fratello L.S. è stato rinvenuto e sequestrato munizionamento  per armi da fuoco e tre caricatori.
Per tutto quanto emerso, F.S. e L.S. in  data odierna sono stati arrestati e ristretti nel carcere di Reggio  Emilia, mentre a F.S. è stata notificata la misura  degli arresti domiciliari con l’espresso divieto di comunicare con persone diverse dai familiari conviventi.
L’occasione è propizia per dare ulteriore eco a quell’invito alla denuncia rivolto alle persone vittima di usura, effettuato dalla  dottoressa Pantani lo scorso aprile.