i giornali in questi giorni stanno pubblicando alcune ricadute, tra le possibili, che il dimezzamento del diritto annuale dovuto alle Camere di commercio potrà comportare sul sistema economico modenese e dell’intero Paese.
Noi dipendenti camerali crediamo che forse nemmeno chi ne ha usufruito sino ad ora conosca appieno quanto e a quali livelli le iniziative e i contributi camerali coinvolgano il tessuto economico e sociale del nostro territorio.
In risposta all’improvviso taglio dei suoi introiti, la Camera di Commercio di Modena potrebbe essere costretta ad adottare contromisure come: la chiusura delle sedi periferiche di Carpi e Sassuolo e degli uffici di Pavullo e Vignola, la cessazione del sostegno economico agli studenti delle scuole superiori per il Lavoro Estivo Guidato e gli Stage all’estero, per l’acquisto di attrezzature per i laboratori degli istituti tecnici e professionali, la partecipazione alla realizzazione del Festival della Filosofia e alle iniziative nell’ambito di Modena Terra di Motori (nel 2013 e nel 2014 centomila euro per ciascuna delle due iniziative, che sappiamo produrre un indotto immediato pari a 3 volte l’investimento economico originario).
E’ mancato sinora sugli organi di informazione un riferimento ad altri e numerosi contributi a fondo perduto erogati dalla Camera di Commercio alle aziende (per dotarsi di impianti di sicurezza, per partecipare alle fiere all’estero, alle cooperative sociali per l’inserimento di lavoratori svantaggiati, …), contributi al sistema fieristico modenese, ai centri di innovazione, e per la realizzazione dello scalo merci di Marzaglia. Senza dimenticare gli interventi a beneficio delle imprese di Bastiglia e Bomporto colpite dall’alluvione del19 gennaio scorso (oltre 1.000.000 di euro già liquidati a 224 imprese) e quelli previsti per le imprese di Castelfranco Emilia, Nonantola e S. Cesario sul Panaro colpite dalla tromba d’aria del 30 aprile.
Chiediamo la sua collaborazione a divulgare questi dati: la nostra preoccupazione di lavoratori è certo per il nostro futuro professionale, ma anche e soprattutto per i posti di lavoro che andrebbero perduti a breve: quelli dei lavoratori meno tutelati, legati a servizi e funzioni esternalizzati, e quelli di coloro che, grazie agli interventi e ai contributi camerali, svolgono attività che, seppur fondamentali, non potrebbero più continuare a rimanere in vita.
Ma non solo.
Siamo consapevoli che le difficoltà in cui versa il Paese richiedano uno sforzo, un sacrificio per tutti e noi non intendiamo sottrarci a questa fase di profonda riforma, del sistema camerale e più in generale della pubblica amministrazione. Anzi, siamo i primi a voler lavorare in un ente efficiente e riconosciuto tale, come è stato sino ad ora. É indispensabile, però, che venga chiarito il percorso, quale riforma si voglia e quali siano gli obiettivi. Lo Stato è una macchina complessa; il taglio del 50% del bilancio di un qualsiasi ente significherebbe decretarne la chiusura; e insieme la possibilità di squilibri nell’intero sistema e nel Paese. Abbiamo bisogno di trasparenza, anche di intenti, la stessa trasparenza che il Governo chiede a noi.
La Camera di commercio di Modena, Unioncamere regionale e nazionale hanno già intrapreso un percorso di importante ristrutturazione delle Camere di commercio italiane. Il Governo ed il Presidente del Consiglio ci consentano di poterlo realizzare. Le imposizioni calate dall’alto, la storia ci insegna, non hanno mai portato a risultati apprezzabili.
Modena, 10 luglio 2014
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