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Bologna, Bonfietti a Renzi: “verità su Ustica”

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ustica_3Un appello al presidente del consiglio Matteo Renzi: “C’è ancora bisogno di verità per la strage di Ustica”. Lo ha lanciato Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime, intervenendo in consiglio comunale a Bologna in occasione del XXXIV anniversario della strage.
 L’intervento intergale

“Signor Sindaco,
grazie per le sue parole, voglio iniziare subito ringraziando tutti i parenti delle vittime che ci hanno raggiunto quest’anno e negli anni scorsi e anche i tanti amici che non sono parenti ma che vogliono essere qui con noi in questo 27 giugno e sento tutta l’importanza di questo incontro, in questa sede prestigiosa, come dire, il cuore, mi sento di dire, di Bologna, che i familiari delle vittime hanno eletto città della memoria, che tanto ci è stata vicina negli anni, e dove, al cospetto delle Autorità e dei rappresentanti della comunità, da anni ricordiamo la strage di Ustica.
Voglio ringraziare i parlamentari presenti, ringrazio i parlamentari che hanno voluto seguire questa nostra richiesta di ratifica della convenzione internazionale da troppo tempo ferma nelle aule della Camera e del Senato e provo a elaborare un saluto, un ricordo a tutti voi di questa vicenda. E proprio qui in occasione di questo XXXIV anniversario voglio affermare con determinazione “C’è ancora, nonostante tutto, bisogno di verità sulla strage di Ustica”.
Ma intanto voglio ricordare tutta la strada che abbiamo percorso insieme, come Associazione, sempre coi sindaci di questa città al nostro fianco, perché Ustica è una verità ben delineata nell’immediatezza dell’evento, poi celata e fatta sprofondare, faticosamente ricomposta, fatta riemergere in tutta la sua crudezza.
Per questo ci è particolarmente caro il Museo per la memoria di Ustica che qui abbiamo realizzato, sul quale continuiamo a chiedere la sua attenzione, signor Sindaco, perché in quel relitto, cercato e ripescato dal fondo del mare e riportato a Bologna, vediamo il simbolo drammatico del nostro percorso, della nostra battaglia. Ustica è la storia di una verità, ora lo sappiamo, ben evidente nell’immediatezza dell’evento già dai dati radar di Ciampino, ma che ci è stata sottratta, prima con la grande menzogna di un cedimento strutturale in un cielo completamento sgombro, sostenevano i militari del nostro Paese, del nostro Esercito, poi con una vergognosa catena di falsità, soppressione di prove, depistaggi, false informazioni, occultamenti e distruzioni di documenti, tutte provate nella sentenza ordinanza del giudice Priore, non sono mie illazioni.
Per molti anni di Ustica non si è parlato, un evento casuale, quasi naturale, del quale non si poteva nemmeno chiedere spiegazioni, non era una strage per nessuno, affidata soltanto al dolore dei parenti delle povere vittime innocenti! Si trova fra i documenti dell’Associazione, che la Città per gli Archivi mette in rete, un’immagine drammatica di pochi cittadini, sotto il sacrario della Resistenza, che “spaesati” chiedevano verità e giustizia. Ecco: allora, nei primi anni ’80 eravamo “spaesati “ ma abbiamo voluto cominciare a chiedere al Paese delle azioni corrette e concrete.
Si è mossa la stampa, l’opinione pubblica, il Parlamento, una prima Commissione stragi, la presidenza della Repubblica, finalmente con impegno, ahinoi solo dal ’90, anche la Magistratura. E sotto quella spinta dell’opinione pubblica, che in quest’aula ogni anno abbiamo raccontato a poco a poco la verità è emersa. E’ venuta la sentenza ordinanza del giudice Priore che ha squarciato il muro delle falsità e ci ha detto che quel cielo non era vuoto, e che in quella notte vi si era svolto un episodio di guerra aerea.

Quella notte non solo si sono spezzate le vite di 81 innocenti cittadini, i nostri cari, ma si sono violati i confini e i diritti del nostro Paese e nessuno ci ha dato spiegazioni. E abbiamo continuato a chiedere, ancora tra mille difficoltà e incomprensioni, perfino provocazioni.
Ma alla fine, recentemente, la Magistratura, pur con un percorso lungo e pieno di ostacoli, con le Sentenze definitive della Cassazione, ci ha consegnato la verità: il DC9 Itavia è stato abbattuto e i Ministeri dei Trasporti e della Difesa sono responsabili, l’uno per non aver saputo difendere la vita di innocenti cittadini, l’altro, perché i comportamenti di tanti militari hanno ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità. Tanti militari che erano stati rinviati a giudizio, lo voglio sempre ripetere perché sembra che ci siano state sempre delle assoluzioni nessuno ricorda quella parte, tanti militari che vengono riconosciuti responsabili dalla Cassazione per avere occultato, impedito, distrutto materiali erano stati rinviati a giudizio dal giudice Priore nel
1999 una volta conclusa la sua fase istruttoria, essendo passati vent’anni quei reati erano prescritti, quei militari non hanno mai visto un giudice terzo, per questo non ci sono state le condanne, perché era troppo tardi per processarli ma quelle azioni sono state compiute le ha rilevate un procedimento penale e un procedimento civile, arrivato in Cassazione, li ha condannati. Per chiarezza.
Oggi da questa aula ci sentiamo di affermare che è compito ineludibile di tutte le Istituzioni dello Stato, ma voglio dire principalmente del Governo, prendere atto di questa terribile verità. E l’impegno deve essere quello di creare le condizioni per delineare il quadro completo, e le responsabilità primarie di quanto è accaduto in cielo quel 27 giugno 1980.
Alla esatta determinazione di quanto avveniva nei nostri cieli, io banalmente dico, a individuare con precisione la targa degli aerei coinvolti, sta lavorando la Procura della Repubblica di Roma che in questi giorni rivolge le sue attenzioni – con una qualche disponibilità francese – alle attività della base aerea di Solenzara in Corsica, che evidentemente per posizione geografica doveva ben vedere quanto accadeva quella sera nel Tirreno.
Ma nello stesso tempo si deve denunciare che non hanno avuto minima risposta le rogatorie rivolte ad altri Stati. Voglio ricordare, ad esempio, tra gli altri, gli Stati Uniti, che avevano in volo nella zona della tragedia un aereo speciale proprio per i rilevamenti radar, un AWACS per controllare il Tirreno e il Mediterraneo, e della cui attività non è stata fornita nessuna informazione, del Belgio che dice “si avevo degli aerei in esercitazione in quei giorni nella zona – l’ha confermato in risposta alla rogatoria dei nostri magistrati – ma ha detto – nonposso dire cosa facevano per motivi di sicurezza nazionale” e infine della Libia. Io quindi posso affermare che come cittadini non abbiamo avuto nessuna spiegazione ma ancor di più che come Stato non abbiamo nessun contributo alle indagini della nostra Magistratura.
Rimane chiaro che è un contesto essenzialmente internazionale che deve essere vagliato e richiede una totale collaborazioni di quegli Stati amici ed alleati che avevano aerei in volo nella sera del 27 giugno o che avevano strumentazioni adeguate comunque per vedere. Per questo affermiamo “C’è ancora bisogno di verità sulla strage di Ustica” e voglio continuare a denucniare che finora non sono stati adeguati né l’impegno degli Esecutivi italiani nel chiedere né la disponibilità alla collaborazione degli altri Stati. In occasione della recente Giornata della memoria la presidente Boldrini si è impegnata per la ratifica della Convenzione europea per la collaborazione in materia giudiziaria del 2000. E proprio in questi giorni alla Camera fa passi importanti il provvedimento presentato dagli onorevoli Verini-Amendola, De Maria e Migliore per la ratifica. Registriamo con soddisfazione l’impegno, ma segnaliamo che la mancata ratifica di una Convenzione dal maggio del 2000 è emblematicamente la misura di un disinteresse per l’impegno necessario nella ricerca della verità in campo internazionale.
Per questo Signor Sindaco vorrei insieme a lei, ai rappresentanti di questa città e di questa regione rivolgermi direttamente al Presidente del Consiglio, perché l’impegno per la verità su Ustica diventi un tema dominante della politica estera italiana e perché nel semestre di presidenza Italiana l’Europa, nel suo complesso e nelle sue Istituzioni, comprenda che il confine italiano è il confine dell’intera comunità e che quindi sono stati lesi i diritti di tutti i cittadini europei. Bisogna chiedere davvero un coinvolgimento della Comunità europea, nel senso che è necessaria tutta la collaborazione degli Stati europei nel fornire
informazioni ma è altresì necessaria la consapevolezza della Europa anche nel chiedere e pretendere risposte da altri Stati.
Sempre al Presidente Renzi, che ha messo in atto una apprezzabile iniziativa per la trasparenza sui documenti riguardanti le stragi nel nostro Paese, ivi compresa proprio Ustica, bisogna chiedere un impegno particolare perché su questa tragedia, sulla quale, ripeto, è in atto un’inchiesta, sia fatto ogni sforzo, fin da subito, per la disponibilità di ogni genere di documentazione in giacenza presso Ministeri e altre istituzioni dello Stato.
Signor Sindaco, dire oggi “C’è ancora bisogno di verità sulla strage di Ustica” significa certo prendere atto che la vicenda è stata ricostruita, la verità è già stata conquistata, ma nello stesso tempo significa pretendere di voler leggere anche l’ultima pagina di questa storia, che la Magistratura può scrivere soltanto con quella collaborazione internazionale che una forte e determinata azione del Governo può produrre. Questo è l’appello che ci sentiamo di lanciare da qui, insieme a lei signor Sindaco e poi da questa sera, attorno al Museo per la Memoria di Ustica, continueremo a fare memoria con i linguaggi universali dell’arte e stasera assieme all’artista compositore Frank Krawczyk che è già qui con noi, e lo ringrazio, e, per cocludere, lasciatemi dire, con una grande commozione anche, l’avere letto il messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano, mi commuove e mi onora per il riconoscimento al nostro modo di fare memoria con la cultura”.