“Guardare ai buoni risultati raggiunti, per affrontare in modo efficace le gravi minacce al patrimonio della biodiversità regionale”. È questo in sintesi il pensiero espresso oggi dal WWF in occasione del convegno “Lo stato della Biodiversità nei siti della Rete Natura 2000 dell’Emilia-Romagna”.
Oggi in Emilia-Romagna abbiamo 6.056 specie di animali accertate, 3.249 specie di piante, 83 habitat d’interesse e per garantirne la conservazione disponiamo un quadro conoscitivo che si è notevolmente arricchito e un sistema di misure di conservazione generali e specifiche da attuare, rispettando così gli impegni con i nostri concittadini europei. Il WWF ha sempre partecipato attivamente all’elaborazione delle misure di conservazione, sia come gestore delle proprie Oasi, sia partecipando alle fasi di consultazione a livello regionale e provinciale.
“E’ stata costruita una buona macchina, ma manca la benzina per farla funzionare”, afferma Marco Galaverni, delegato del WWF regionale. “Se non si riuscirà a finalizzare in modo efficace le risorse disponibili, prima fra tutte quelle del Programma di Sviluppo Rurale, rischiamo di perdere la base dei beni comuni, costituita dagli ecosistemi che da secoli garantiscono all’uomo la sopravvivenza e il benessere nei nostri territori.” E’ poi necessario che la pianificazione sappia operare delle scelte, tenendo conto della fragilità del territorio su cui opera. Marco Galaverni ha concluso il proprio intervento al convegno ricordando alcune situazioni particolarmente gravi, come i 4500 ettari di zone umide a rischio di eliminazione se agli agricoltori non sarà corrisposto un contributo adeguato e il caso dell’autostrada Ti-Bre in provincia di Parma, dove uno studio d’incidenza sbagliato sta per causare la distruzione di un habitat e di una delle due sole colonie di Falco cuculo presenti in Italia.