Sarà un pomeriggio speciale quello che si vivrà a Marano sul Panaro sabato 1 febbraio. Per celebrare la giornata della memoria infatti, presso il centro culturale, a partire dalle 18 il giornalista Gian Paolo Maini intervisterà Andrea Bartali, autore del libro “Gino Bartali, mio papà”. Cruciale, durante l’intervista, sarà il tema di ciò che fece il campione toscano durante la seconda guerra mondiale: la vita di 800 ebrei, salvata nascondendo sotto il sellino della sua bici documenti falsi. Gino Bartali, toscanaccio burbero e schivo dal grande cuore, è stato un campione non solo sulla strada, ma forse ancor di più nella vita. Il suo nome – dopo la medaglia d’oro assegnatagli dal presidente Azeglio Ciampi nel 2006 per la sua attività durante la guerra – dal 23 settembre 2013 è iscritto fra i “Giusti delle Nazioni” allo Yad Vashem, il Sacrario della Memoria a Gerusalemme, insieme con altri italiani (oltre 500) – tutti non ebrei – che ebbero il coraggio di dire di no alla barbarie nazista. Persone che hanno riscattato in parte l’onore dell’Italia fascista alleata dei tedeschi, segnata dalle Leggi Razziste e dalle persecuzioni.
“Ginettaccio” aveva ragione nel suo modo di dire “gli è tutto da rifare”: perché lui, quel che poteva fare, già lo aveva fatto. Rischiando la vita durante l’occupazione tedesca come staffetta in bicicletta tra Firenze i molti luoghi dove si nascondevano gli ebrei braccati. Macinando chilometri e, sotto il naso dei nazisti, trasportando i documenti falsi preparati sotto la regia della Curia di Firenze, diretta dall’arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa (anche lui “Giusto tra le Nazioni”), in stretto collegamento con il rabbino capo della città Nathan Cassuto, altro eroe italiano ucciso dai nazisti in una “Marcia della Morte” nel 1945.
C’è voluto un lungo percorso per arrivare alla decisione perché in questo caso mancavano testimoni diretti e Yad Vashem valuta molto attentamente le cose: alla ricostruzione della vicenda ha contribuito pure la figlia del rabbino Cassuto, Susanna. Lei e il fratello David (ex vicesindaco di Gerusalemme) – scampati in Italia alle persecuzioni e venuti in Israele – hanno parlato di Bartali come «un grande eroe italiano».
Alla fine Yad Vashem ha deciso: «un cattolico devoto – questa la motivazione – che nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio» ebraico-cristiana capace di salvare «centinaia» di ebrei italiani e di altri, rifugiatisi «dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Jugoslavia».
Bartali agì «come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali trasferì falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto».
Durante la serata sarà possibile acquistare il libro dell’autore Andrea Bartali direttamente al Centro Culturale al prezzo di 16 euro.