In questo periodo dell’anno le precipitazioni sono particolarmente abbondanti, maggiori sono i rischi di instabilità idrogeologica, non facciamo gli errori dell’anno scorso, attiviamoci in tempo per prevenire i dissesti.
Per coprire parte dei danni avvenuti nell’Appennino emiliano nei primi mesi del 2013, la Protezione Civile ha approvato un’ Ordinanza (OCDPC n. 83 del 27 maggio 2013) che prevede uno stanziamento a favore della provincia di Reggio Emilia equivalente a 4.673.409,19 euro. Oltre 400 sono state le richieste di intervento per la gestione delle emergenze relative a situazioni di rischio, per i danni ai centri abitati e alle infrastrutture: 38 strade provinciali e comunali interrotte , 49 persone evacuate, 7 abitazioni civili fortemente danneggiate e 99 rimaste isolate, il crollo di un ponte e la compromissione di oltre 20 attività produttive;
Gli oneri necessari agli interventi indifferibili ed urgenti per la messa in sicurezza delle situazioni di dissesto segnalate corrispondono a circa 60 milioni di euro. Questa è la stima dei tecnici, mancano pertanto all’appello più di 50.000.000 di euro.
Da anni ci ostiniamo a ripetere che la salvaguardia del territorio rappresenta uno strumento di difesa preventiva per la stabilità idrogeologica, fondamentale diventa incentivare il sistema agricolo. Per ogni euro investito in prevenzione se ne risparmiano almeno 7 in interventi susseguenti di ripristino. Fino a non molti anni fa la Regione Emilia-Romagna riservava attenzione al sistema agricolo montano e collinare, incentivandolo e sovvenzionandolo. Oggi la situazione è totalmente cambiata, a beneficiare dei fondi regionali sono le cooperative integrate nei sistemi di filiera, in questo modo le piccole aziende, particolarmente attive sul territorio montano, vengono emarginate.
Chiediamo che venga prodotta una stima relativa ai fondi necessari alla messa in sicurezza del territorio, per evitare che si ripetano le situazioni di dissesto causate dagli eventi calamitosi dei primi mesi del 2013.
E’ fondamentale che Regione e Stato centrale si adoperino per fare arrivare le risorse necessarie alla messa in sicurezza del territorio. E, in particolare, è necessario ridare vigore, attraverso corsie preferenziali di finanziamento, al sistema agricolo locale, vero strumento di difesa idrogeologica.
(Fabio Filippi)