Una perdita economica di 9 milioni e 250.000 euro alle coltivazioni (in pratica il 70% della produzione) e danni ai fabbricati per 1,6 milioni. E’ davvero pesantissimo il bilancio, appena concluso dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia, della grandinata e della tromba d’aria che il 13 luglio scorso hanno flagellato la Bassa reggiana. Ben 225 le segnalazioni raccolte dalla Provincia, da parte di altrettante aziende agricole di dieci comuni: Bagnolo in Piano, Boretto, Brescello, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Correggio, Gualtieri, Guastalla, Novellara e Poviglio. “Per alcune produzioni, come cocomeri, meloni e mais, è andato distrutto l’intero raccolto, per la vite e il pomodoro la stima è del 90%, ma nei vigneti i danni alle piante avranno ripercussioni pesanti anche il prossimo anno…”, spiega l’assessore provinciale all’Agricoltura, Roberta Rivi.
A fronte di un valore complessivo atteso dai 4.610 ettari coltivati nei 10 comuni colpiti dalla calamità naturale pari a 13,3 milioni di euro, la perdita registrata è di 9,25 milioni, pari al 69,6%. Per il mais persi completamente i 3 milioni attesi quest’anno, per cocomeri e meloni il danno è rispettivamente di 857.000 e 528.000 euro. Viti e pomodori (per i quali è andato perduto il 90% del raccolto) presentato un conto di 1,8 milioni e di 680.000 euro. Elevata anche la perdita per l’erba medica, che pure ha salvato il 65% della produzione: 953.000 euro.
Molti i danni anche ai fabbricati: si stima un costo di ripristino di 1,6 milioni di euro a 17 stalle, 16 fienili, 8 depositi-attrezzi, 7 case coloniche abitate, 1 porcilaia e 9 tra tettoie e barchesse sparsi in 7 comuni: Bagnolo in Piano, Boretto, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Gualtieri, Novellara e Poviglio.
“Si tratta di un danno davvero enorme, purtroppo superiore alle aspettative, e anche le aziende colpite sono più di quanto immaginassimo: non vanno lasciate sole, perché alcune hanno perso l’intero raccolto”, commenta l’assessore provinciale Roberta Rivi. “E’ comunque indispensabile rivedere la regolamentazione degli indennizzi attraverso l’assicurazione, che oggi ha costi pesanti per gli agricoltori ed un sistema non appagante”, aggiunge l’assessore. A fronte di costi elevati (si stima che 1 raccolto orto-frutticolo ogni 6 anni, 1 ogni 8 anni per i vigneti, venga ‘bruciato’ dai costi assicurativi), gli indennizzi non avvengono nemmeno a valori di mercato. “Il risultato è che pochissime aziende agricole si assicurano, ma purtroppo le calamità naturali abbiamo visto che ormai colpiscono soprattutto queste ‘fabbriche a cielo aperto’: quelle reggiane, solo nell’ultimo anno, hanno dovuto affrontare la siccità della scorsa estate, le intense piogge primaverili, la grandinata di luglio e, alcune, perfino il terremoto…- continua l’assessore Roberta Rivi – La Provincia non intende lasciarle sole, vedremo se sarà possibile attivare misure specifiche del Piano di sviluppo rurale, ma i margini di manovra purtroppo non sono ampi perché la normativa nazionale, che ha recepito quella europea, stabilisce che tutto quello che è assicurabile non è indennizzabile con fondi pubblici: anche per questo è indispensabile rivedere il sistema assicurativo per l’agricoltura”.