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Iscrizioni ai nidi e alle scuole materne della Bassa Reggiana: numeri in linea con il periodo

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prima_infanziaNata un paio d’anni fa per salvaguardare il grande potenziale educativo dalle morse del Patto di stabilità, l’Azienda Servizi Bassa Reggiana continua a rivelarsi un importante mezzo di gestione.

I risultati positivi si vedono anche e soprattutto dai numeri relativi alle iscrizioni al prossimo anno scolastico ai nidi e alle scuole dell’infanzia degli otto Comuni dell’Unione Bassa Reggiana, che si rivelano ancora una volta confortanti nonostante il difficile momento di recessione. In generale, si registra un lieve calo per gli asili nido – i quali forniscono oggi molto più di un servizio, si rivelano anzi un vero e proprio luogo di formazione – che viene però compensato da un aumento relativo alle scuole materne. Complessivamente, si assiste a una grande tenuta, che può essere analizzata nel dettaglio.

Per quanto riguarda l’asilo nido, si sono registrati cali nelle iscrizioni a Boretto (19 contro i 35 dell’anno scorso), Brescello (31 a 40), Guastalla (20 a 24), Luzzara (28 a 29), Poviglio (32 a 33) e Reggiolo (25 a 30). Il caso più eclatante riguarda Gualtieri (7 a 16), comunità in cui ha pesato molto la vicenda Tecnogas, che ha portato diverse famiglie a non iscrivere i bambini. A fronte di questi cali minimi (209 le iscrizioni per l’anno prossimo, contro le 251 di quest’anno) va segnalato un aumento nella scuola materna (139 contro 133), con crescite a Guastalla e Novellara, oltre che a Brescello, dove si segnala l’inserimento nell’Azienda della scuola “Scutellari”.

Altri dati attestano la bontà dell’operato dell’azienda. Su tutte, il costo medio annuale a bambino, fissato a 8500 euro (in cui sono comprese tutte le voci del mantenimento del servizio), contro gli 8782 della media nazionale e gli 8544 della media regionale. Da record il tasso di scolarizzazione: il 25,31% dell’Azienda supera nettamente l’11,8% dell’Italia e il 16,8% del Nord-Est.

“Le iscrizioni ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali della bassa reggiana – commenta il direttore dell’Azienda, Cristian Fabbi – sono in linea con il trend regionale che vede una contrazione sulla fascia 0-3 e una leggera crescita sulla fascia 3-6 anni. Le ragioni sono da individuare nella crisi economica e occupazionale, che comporta una minore esigenza dei genitori sulla primissima infanzia. Nel complesso, questo fenomeno genera un azzeramento delle liste di attesa. In futuro, qualora la tendenza si confermasse, sarà necessaria una riflessione sul funzionamento dei servizi”.