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Approvato il bilancio preventivo 2013 del Comune di Casalgrande

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euro-denaroÈ stato approvato il bilancio preventivo 2013 del Comune di Casalgrande: il consiglio comunale riunitosi lunedì 3 giugno ha deliberato con quattordici voti favorevoli, quattro contrari e due astenuti l’atto programmatorio più importante dell’ente. A causa della difficoltà degli enti locali nel fare fronte alla perdurante crisi economica e le incertezze derivanti dalla situazione politica, Casalgrande, dopo Luzzara, è uno dei primi comuni della provincia ad approvare il bilancio, di circa 12 milioni di euro.

 Il contesto

La congiuntura economica che da anni insiste sul distretto è ancora molto pesante. L’area delle ceramiche, pur cercando, con la laboriosità che contraddistingue i suoi imprenditori e i lavoratori, di fronteggiare al meglio questa fase, sta subendo fortemente le ricadute della crisi del settore costruzioni in atto nel nostro Paese, e anche l’export evidenzia segnali di affanno, nonostante qualche tendenza positiva verso il mercato americano e russo. Le difficoltà maggiori pesano sulle famiglie e i lavoratori che vedono ridotto il potere d’acquisto.

La crisi non è solo economica, ma anche sociale e culturale: nel dramma comprensibile di incertezza sul futuro, non si supererà questa fase attraverso il populismo o la demagogia, perché o si reagirà in modo unitario e responsabile con le forze migliori della società all’ignoranza e all’arrivanza dilaganti oppure si dovrà ripartire costruendo sulle macerie. In questa situazione, l’amministrazione si farà promotrice di un’iniziativa dal titolo “Riattiva la cittadinanza – Nessuno resta solo se ognuno farà la sua parte” che sarà presentato nelle prossime settimane in modo organico agli attori e ai protagonisti del territorio.

 

Linee guida:

Il bilancio di previsione non è solo il risultato delle scelte specifiche che sono definite nell’anno in corso, ma è la conseguenza da un lato delle politiche degli anni passati, come nel 2012 in cui l’entrata in vigore dell’Imu ha imposti la rimodulazione dell’impostazione della finanza locale, e nella stessa programmazione cerca anche di guardare in prospettiva, in virtù delle scelte già programmate, a partire dall’intervento sul sociale con l’entrata in funzione della nuova Casa protetta, i cui lavori partiranno a fine estate.

In questa situazione difficoltosa, il 2013 deve riuscire a rompere un circuito vizioso e non più sostenibile, per il sistema delle imprese e per i cittadini, che vede sempre il ricorso all’aumento dell’imposizione fiscale, a fronte di minori entrate, per garantire il sistema della spesa dell’ente. Al contrario, qui si è preferito procedere alla riorganizzazione razionale e alla ricerca di efficienza nella spesa pubblica attraverso dei consistenti tagli, pur continuando a dare risposta a quei bisogni, attraverso i servizi dei quali le famiglie hanno necessità.

 

Le entrate: l’Imu, l’Irpef e la Tares

Le entrate, rispetto al 2012, si riducono di oltre 600mila euro. L’Imu rappresenta la voce più significativa ed è pari a 4 milioni 820mila euro: vede tra le modifiche, seppure con gettito complessivo invariato, l’aliquota sulla prima casa passare dal 4,5 per mille al 5 per mille, in attesa delle scelte a livello nazionale e del decreto che sarà predisposto nelle prossime settimane dal governo, dove è previsto un alleggerimento a favore dei proprietari di prima casa. Se a livello provinciale l’Imu sulla prima casa vede un versamento medio di 216 euro, a Casalgrande si ferma a 131 euro. A seguito dell’aumento sulla prima casa, vi è un minore gettito derivante dall’inserimento di agevolazioni per due categorie che passano dall’8,7 per mille al 6 per mille.

Sono poi previste due categorie agevolate, al 6 per mille: quella degli immobili dati in affitto a canone concordato (ove sia stato concertato un affitto calmierato, come è possibile nei Comuni ad alta densità abitativa), e sui comodati gratuiti tra parenti di primo grado (genitori-figli).

Per gli immobili sfitti da oltre due anni, è applicata un’aliquota maggiorata, poiché Casalgrande è un Comune ad alta densità abitativa, pari al 9 per mille. Questa penalizzazione non vale per gli immobili invenduti delle imprese edili (il cosiddetto magazzino), cui viene applicata l’aliquota ordinaria dell’8,7 per mille.

Per le altre abitazioni, l’aliquota è dell’8,7 per mille. Qui il sistema resta invariato anche in virtù del fatto che la media del versamento provinciale è di 458,71 euro per l’Imu sui fabbricati che non siano prima casa, mentre per Casalgrande è al di sopra, pari a 571,80 euro. È evidente come la posizione evidenziata dalla Cgil, che propone l’aumento dell’Imu non sulle prime case, andrebbe ad aggravare ulteriormente una situazione già sbilanciata.

L’Imu dei settori produttivi è salvaguardata, con una tariffa agevolata dell’8,1 per mille, sui negozi e le attività produttive commerciali (categorie C1, C3 e D).

 

Irpef

L’addizionale comunale all’Irpef rimane invariata, che rappresenta una entrata per il Comune di 1 milione 100mila euro circa. È modulata in modo progressivo in nome dell’equità e della giustizia sociale, con un minimo dello 0,4 e un massimo dello 0,8, con l’esenzione per i redditi fino ai 12mila euro. La Tares (tassa sui rifiuti) infine, secondo la media provinciale, incrementa del 5,8 per cento, per rispondere alle politiche provinciali di smaltimento dei rifiuti.

In questo contesto, si registra la riduzione degli oneri di urbanizzazione di oltre un milione, con un importo che si stabilizza sui 400 milioni di euro: infatti, nel 2012 vi erano state delle entrate straordinarie relative agli oneri, a causa di due importanti delocalizzazioni.

Il taglio effettuato sulla spesa corrente è pari a 740mila euro. Dopo la razionalizzazione che ha coinvolto la gestione della macchina pubblica e alcuni settori più esposti ai tagli negli anni passati come lo sport, la cultura, le manifestazioni e il commercio, oggi vi è una razionalizzazione anche in settori strategici quali la scuola e il sociale, che rappresentano comunque il 50 per cento della spesa complessiva, insieme agli affari generali (34 per cento) e il decoro e la qualità urbana (15 per cento).

Tra le riduzioni più significative, si segnalano:

– 300mila euro sul decoro e la qualità urbana (riduzione di affitti, illuminazione pubblica, verde e manutenzione ordinaria, incarichi dei lavori pubblici);

– 400mila euro sul sociale (di cui 100mila euro sul trasferimento del servizio sociale associato nei confronti dell’Unione Tresinaro Secchia; la riduzione dei buoni affitto in assenza dei contributi regionali; i mancati finanziamenti regionali sui progetti legati ai piani di zona; e infine la conclusione del progetto profughi, coperto in entrata dal contributo della Protezione civile di 80mila euro).

– 80mila euro sull’istruzione, attraverso la riorganizzazione dei servizi e la riduzione di una sezione di scuola dell’infanzia, che è stato uno dei punti centrali del dibattito di questi giorni. Questa scelta è stata causata dalla flessione delle domande pervenute al sistema scolastico integrato, passate da 233 a 213.

Da parte dell’ente, anche grazie agli importanti investimenti sul sistema scolastico realizzati negli anni scorsi, non vi è alcuna volontà di arretrare sul fronte dei servizi prescolari. Tuttavia la chiusura della sezione di scuola d’infanzia è andata nella direzione della buona gestione delle risorse pubbliche, poiché non è possibile pagare le strutture vuote per piene. Al contrario, vi è la volontà di implementare il servizio nido, poiché attualmente il Comune ne è l’unico gestore sul territorio.

All’interno di questi tagli, sono ridotti 102mila euro di spese sul personale, derivato dalle necessità di risposta alle politiche del governo.

L’indebitamento pro capite è di 114 euro, contro i 700 euro della media regionale.

Nonostante tale situazione, continuerà una forte iniziativa dell’ente comunale allo sviluppo del nostro territorio, con un investimento previsto nei prossimi mesi di oltre 10 milioni di euro, sostenuta da contributi provinciali, regionali e accordi urbanistici.

Tra gli interventi più significativi:

– Un milione e 580mila euro sul ring urbano, un sistema di collegamento ciclopeonale a favore della mobilità dolce che collega il capoluogo con Dinazzano, un intervento sulla Strada Statale, via Statutaria a Casalgrande alto e su via Ripa a Dinazzano

– Duecentomila euro sulla riqualificazione e pavimentazione della piazza di Salvaterra

– Duecentoventicinquemila sulla viabilità pubblica, con una serie di asfaltature

– Settecentomila per l’ampliamento delle scuole medie per rispondere alla crescente popolazione scolastica

– Un milione e 200mila euro sulla Caserma dei Carabinieri, che sarà inaugurata a settembre

– Sei milioni e mezzo sulla Casa Protetta, l’intervento più importante mai realizzato, con il sistema del contratto di costruzione e gestione che sta per essere affidato in questi giorni.