Prelevata con forza da quattro giovani pakistani mentre camminava per strada è stata portata in auto in una casa della frazione Lentiggione del comune di Brescello, in provincia di Reggio Emilia, dove per cinque ore è stata stuprata dal branco e costretta a subire ogni genere di umiliazioni per poi essere anche rapinata del cellulare, di un paio d’orecchini d’oro e di pochi euro. Era la notte fra il 22 ed il 23 aprile 2005 quando l’allora 50enne reggiana rimase vittima del branco. Per quei fatti le non semplici indagini dei Carabinieri di Brescello (che in prima battuta operarono il fermo di 2 dei 4 stupratori ndr) potarono ad incastrare anche il 30enne A.M.I. (all’epoca dei fatti 22enne ndr) che processato grazie alle prove raccolte dai Carabinieri (DNA ricavato dalle tracce di sperma repertate nell’abitazione delle violenze) fu condannato nel 2009 a 8 anni di reclusione. All’indomani dello stupro però del pakistano si sono però perse le tracce.
Dopo che la sentenza è passata in giudicato a carico del 30enne A.M.I. è stato spiccato un mandato di cattura europeo. I Carabinieri di Brescello, che avevano in carico il provvedimento di cattura, coordinati dalla Procura reggiana – nella persona della D.ssa Maria Rita Pantani titolare dell’inchiesta -, hanno sempre seguito con attenzione l’evolversi delle ricerche. La svolta nei giorni scorsi con il rintraccio dello stupratore in Grecia dove è stato arrestato e ristretto nel carcere di Atene in esecuzione del mandato europeo pendente nei suo confronti. Oggi verrà estradato in Italia e quindi condotto in un carcere italiano per l’espiazione della pena.