Home Bassa modenese Dopofestival, arriva Paolo Franchi con il suo ‘scandaloso’ “E la chiamano estate”

Dopofestival, arriva Paolo Franchi con il suo ‘scandaloso’ “E la chiamano estate”

# ora in onda #
...............




Cast_regista_Festival_RomaUno dei film più controversi e contestati degli ultimi anni, vincitore tra le polemiche di due tra i premi più importanti all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma 2012 (Regia e Attrice Protagonista). Ma anche uno dei migliori film italiani non soltanto di questa stagione ma da molti anni a questa parte, che conferma l’innegabile talento visivo e di scrittura del suo autore.

Con la proiezione gratuita di “E la chiamano estate”, terzo lungometraggio per il cinema di Paolo Franchi (già autore del folgorante esordio “La spettatrice” nel 2004 e di “Nessuna qualità agli eroi” nel 2007) prodotto da Nicoletta Mantovani Pavarotti e interpretato da Jean-Marc Barr e Isabella Ferrari nei ruoli principali, continua domani sera alle ore 21 al Cinema Arcadia di Ravarino (piazza Martiri della Libertà 20) l’edizione 2013 del Dopofestival, ‘seconda parte’ del Nonantola Film Festival. Alla fine della proiezione il regista incontrerà il pubblico in sala.

Anna e Dino stanno insieme da molto tempo ma il loro è un legame fuori da ogni schema tradizionale. Non hanno mai consumato la loro passione e il sesso è assente dal loro matrimonio, tanto che per Dino la mancanza di ogni approccio fisico comincia ad essere qualcosa che lo tormenta, trasfigurandosi come uno dei drammi che continuano a forgiare il suo carattere complesso, derivante da un’infanzia difficile che ha visto l’abbandono da parte della madre dopo il suicidio del fratello. Non capace di reagire alla situazione creatasi con Anna, Dino intraprende una lenta discesa agli inferi che, tra incontri con prostitute e assidue visite a locali per scambisti, lo spinge a mettersi alla ricerca degli ex fidanzati di Anna per convincerli ad avere nuovi rapporti sessuali con lei. L’estate che si avvicina, però, potrebbe portare nuova aria nella loro vita, trovando rifugio dalla crescente disperazione.