Cresce e si diversifica in Europa l’esperienza dei Gruppi di azione locale. L’Emilia-Romagna dei Gal sostiene tre proposte concrete. E’ quanto emerso da idee, confronti e discussioni svoltesi a Bruxelles dove è andato in scena il Leader Event 2013, evento annuale per le reti europee di sviluppo rurale. Tra i delegati, Luciano Correggi, presidente del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano e coordinatore dei Gruppo di azione locale regionali.
“L’intento della manifestazione – spiega Correggi – è di ‘costruire ponti per il futuro’ ovvero analizzare l’attuale programma Leader 2006/2013, nelle sue criticità e nei suoi valori, per costruire proposte ancora più efficaci per il futuro periodo 2014/2020. L’evento è stata una occasione unica per lo scambio in tempo reale tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione attuale e futura di Leader. Hanno partecipato 500 persone provenienti da tutta Europa, in rappresentanza di Gruppi di Azione Locale, Autorità di Gestione, Agenzie di pagamento, Reti Rurali Nazionali, e membri della Commissione Europea”.
Come sono stati organizzati i lavori?
“La due giorni di Bruxelles è stata organizzata in una sessione plenaria in cui sono stati esaminati lo stato di attuazione dell’attuale programma Leader e i punti programmatici proposti dalla Commissione Europea per la nuova programmazione e in tre gruppi di lavoro che hanno approfondito temi su come sviluppare l’esperienza Leader, più efficaci strategie di sviluppo locale e procedure più semplici ed efficienti”.
Quale e stata la proposta portata in quella sede dai Gal della Regione Emilia-Romagna?
“Intanto l’esperienza di efficacia dell’attuazione del programma anche in presenza di una notevole complessità burocratica dell’Asse 4. Abbiamo sottolineato però la necessità di avere in futuro un approccio meno burocratico e di recuperare realmente, attraverso la filosofia del bottom-up, l’ascolto dei bisogni dei territori e la progettazione del basso verso l’alto,”.
Un bel cambiamento?
“Certo , pensando anche che nella nuova si prevedono strumenti che possono utilizzare risorse provenienti da fondi strutturali diversi, il cosiddetto ‘multifondo’. Il questo caso una visone ampia dei bisogni dei territori e una progettazione coinvolgente i diversi soggetti interessati, sia pubblici che privati, è condizione necessaria al successo delle attività”.
Sarà quindi possibile fare in modo che agricoltura, turismo, attività produttive possano lavorare assieme?
“E’ stato questo uno dei grandi ‘ponti per il futuro’ discussi a Bruxelles. Nella nuova programmazione sarà prevista l’attivazione del ‘multifondo’ la cui attivazione prevederà l’utilizzo di risorse provenienti da diversi fondi comunitari: il Feasr (agricoltura), Fesr (attività produttive) e Fse (formazione). Il ‘multifondo’ sarà quindi la linfa che nutrirà la attuazione di progetti di area vasta coinvolgenti diverse tematiche dello sviluppo locale in maniera trasversale. Ciò permetterà, per la prima volta di sostenere attività integrate che coinvolgono soggetti di settori economici diversi per la realizzazione di progetti complessi ed integrati. E’ una sfida nuova ed interessante, che valorizza il ruolo dei Gal come partenariato e come soggetti che insistono su area vasta. La preoccupazione, che abbiamo espresso a Bruxelles, è che si realizzino davvero gli obiettivi di semplificazione e la effettiva compartecipazione finanziaria dei vari programmi strutturali alla creazione del multi fondo”.