“Questo riconoscimento mi dà una grandissima speranza”. Queste le parole, emozionate, pronunciate in aula a Palazzo D’Accursio da Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, che oggi ha ricevuto dalle mani del sindaco Virginio Merola la cittadinanza onoraria sotto le Due Torri, per la sua lotta per la verità e la giustizia, dopo la morte del figlio 18enne ucciso dai 4 agenti che nel 2005 lo fermarono a Ferrara per un controllo, mentre tornava da solo a piedi, all’alba, verso casa.
“La notte del 25 settembre 2005, Federico Aldrovandi è stato ucciso durante un controllo di polizia. Sette anni dopo, il 21 giugno del 2012, la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza e giustizia su quanto accaduto quella notte, condannando a 3 anni e sei mesi di carcere per omicidio colposo i 4 poliziotti” – inizia così l’intervento del Sindaco Virginio Merola tenuto in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Patrizia Moretti, mamma di Federico -.
“Quello che è accaduto a Ferrara è tra le pagine più buie di questo Paese.
Oggi per tutti noi è il giorno del ricordo e del rispetto. Un ragazzo se n’è andato ingiustamente, e noi oggi lo onoriamo, nella sede istituzionale più alta della nostra città: il Consiglio comunale. Ma soprattutto oggi rendiamo onore ad una donna, una madre, che non ha mai smesso di lottare per la ricerca della verità, nonostante la distanza di parte delle istituzioni ed i vergognosi tentativi di depistaggio messi in atto per nascondere colpe e responsabilità.
Il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrizia Moretti è il gesto minimo che una città come Bologna, per quello che nella sua storia e nella costruzione di uno Stato democratico ha rappresentato, e per l’esperienza che ha dovuto subire per la ricerca della verità e della giustizia per tante stragi e attentati, può mettere in campo per mandare un forte segnale di riconciliazione e per riunire l’opinione pubblica in un sentire comune e condiviso.
Il Consiglio comunale e la città di Bologna – prosegue il Sindaco – si sentono rappresentati dalla dignità con cui Patrizia Moretti ha lottato per ristabilire verità e giustizia sulla morte del figlio, con cui ha risposto al presidio del COISP sotto le finestre dei suoi uffici e dalla moderazione, dalla pacatezza con cui ha sempre distinto ciò che era accaduto a Federico, l’esigenza di giustizia e il giudizio complessivo sull’operato delle forze di Polizia nella nostra Repubblica democratica, ogni giorno ci misuriamo insieme e come singoli individui di questa comunità, con conflitti sempre più aspri tra differenti parti della nostra società, con divisioni che non fanno bene alla nostra comunità e al nostro Paese. Dovremmo essere invece capaci di stare uniti attorno agli ideali di libertà, democrazia, uguaglianza, sobrietà, promozione della verità, senso civico e giustizia.
Patrizia Moretti ha capito che non si può rispondere a violenza con altra violenza. Periodi bui del nostro passato ci hanno dimostrato che non è con l’odio, il rancore, la divisione che si costruisce una società civile e democratica. Lo dico pensando alle giovani generazioni, ai ragazzi che oggi, come Federico allora, hanno sogni e stanno progettando il proprio futuro o cercano con speranza di continuare a cercarlo. Ma lo dico pensando anche a noi adulti. Non lasciamoci prendere dallo sconforto, non abbiamo tempo per rassegnarci, ma dobbiamo trovare il tempo di reagire alla situazione e al pericolo di disgregazione che sta colpendo sempre di più il nostro Paese e le nostre comunità.
Vorrei ripetere che prima dell’ordine pubblico c’è un ordine umano, la polizia nella stragrande maggioranza dei casi compie il suo dovere di polizia democratica, una polizia che protegge anche chi protesta contro la polizia, che è prima di tutto fatta di cittadini, di poliziotti che prima di tutto sono cittadini, ed è una polizia che è in prima fila per chiedere che le mele marce e chi non rispetta questa missione non faccia parte delle forze di polizia.
Non si deve tollerare chi nelle forze di polizia tradisce la missione democratica e insieme si deve esigere rispetto per chi agisce per difendere l’ordine democratico, perché noi sappiamo, grazie anche all’esempio di Patrizia Moretti, che ce l’ha dimostrato che è possibile tutto questo così come la reazione di tutti i rappresentanti delle forze di Polizia ce l’ha dimostrato.
Per questo oggi sono onorato di conferire a lei la cittadinanza onoraria di Bologna. Una persona che si muove per i propri ideali sappiamo che vale più di altre 99 che si muovono per i propri interessi particolari. Da oggi Patrizia Moretti sarà ufficialmente bolognese, perché da sempre lo è stata, e ce lo ha dimostrato con le sue azioni” – conclude il primo cittadino.