Cinquantatre persone evacuate in 11 Comuni, con gravi rischi per 42 prime case e 9 attività produttive. Circa 16 le strade interrotte, senza alternative, a cui si aggiungono 31 strade comunali e 47 provinciali parzialmente interrotte, con transito limitato, oltre a quelle statali (in particolare nelle province di Forlì-Cesena e Parma e la statale 45 a Piacenza). Complessivamente, sono quasi 850 le segnalazioni effettuate dagli enti locali e dai consorzi di bonifica: circa 500 riguardano frane, più di 350 le opere di bonifica.
Il punto sugli effetti del maltempo che ha colpito nel mese di marzo l’Emilia-Romagna è stato fatto in Assemblea legislativa dall’assessore regionale alla sicurezza territoriale Paola Gazzolo. “In tre giorni sono stati compiuti i sopralluoghi dei tecnici del Dipartimento nazionale di Protezione civile”, ha sottolineato. “E’ un tempo record, per cui ringrazio il prefetto Gabrielli, che consente al Governo di decretare lo stato di emergenza e di assegnare al più presto le risorse” per realizzare gli interventi più urgenti legati alle frane che hanno interessato tutto il territorio a partire dal 5 marzo scorso. La stima dei danni quantificata nella richiesta dello stato d’emergenza inviata dal presidente Errani al Governo ammonta a 63 milioni di euro.
“E’ importante dare subito una prima risposta – ha aggiunto l’assessore Gazzolo – ed è altrettanto essenziale dar vita ad un piano per la manutenzione del territorio decennale, con risorse certe e continuative nel tempo, che individui le parole d’ordine nella prevenzione e nel protagonismo delle comunità locali per promuovere la cura del territorio. Per questo chiediamo al ministro Clini di attribuire all’Emilia-Romagna risorse certe, da subito”.
Una prima risposta alle necessità del territorio è arrivata dallo stanziamento di oltre 1 milione di euro da parte dell’assessorato alla Sicurezza territoriale e dall’Agenzia di Protezione civile. Si stima inoltre che Comuni, Province e Consorzi di Bonifica abbiano attivato circa 2, 5 milioni per urgenze.
La situazione in regione
Negli ultimi 40 giorni (dal 1 marzo al 7 aprile) sono caduti quantitativi di pioggia da due ad oltre quattro volte in più rispetto a quelli attesi. Le precipitazioni sono state mediamente superiori ai 150 millimetri su tutta la regione, con punte oltre i 250 millimetri sulle colline emiliane e valori oltre i 600 millimetri sul crinale appenninico tosco-emiliano. Le nevicate hanno causato la caduta di alberi, oltre a notevoli disagi alla circolazione e all’erogazione di energia elettrica: nel parmense e nel piacentino sono scesi 40-55 centimetri di neve, nel modenese 20 centimetri. Le frequenti precipitazioni, lo scioglimento della neve e l’elevato gradi di saturazione dei bacini hanno provocato l’innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua, con conseguente stato di preallarme e allarme lungo fiumi come l’Enza, il Secchia, il Panaro e il Reno.
Anche il Crostolo ha toccato livelli mai raggiunti dagli anni ’80, così come il Reno, nelle sezioni di Vergato e Casalecchio di Reno, ha segnalo il terzo massimo valore storico dal 1981. Ondate di piena hanno danneggiato e distrutto un numero significativo di briglie di regimazione e provocato forti erosioni delle sponde, esondazioni e tracimazioni di fossi e canali con allagamenti e parziali asportazioni di strade, danni alle strutture dei ponti, cedimenti di parti delle reti fognarie, degli acquedotti e delle opere di bonifica. Nuove frane e riattivazioni di dissesti preesistenti sul territorio montano hanno interessato principalmente la viabilità provinciale e comunale.