E’ stata la faccia “poco raccomandabile” a insospettire i componenti di una pattuglia della Stazione di Villa Minozzo che vedendo l’uomo transitare in paese alla guida di un’autovettura gli ha indotti ad approfondire gli accertamenti. L’uomo dall’altro canto alla vista dei carabinieri in maniera indifferente ha cercato di allontanarsi con un andatura però più sostenuta. I sospetti dei carabinieri si sono rivelati fondati: l’uomo sprovvisto di patente in quanto mai conseguita guidava un’auto rubata “carica” di strumenti atti allo scasso in quella che a tutti gli effetti doveva essere una trasferta delittuosa anche alla luce del “curriculum” dell’uomo accertato dai Carabinieri consultando la banca dati. Con l’accusa di guida senza patente, ricettazione e possesso di grimaldelli e strumenti atti allo scasso, i Carabinieri della Stazione di Villa Minozzo hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 65enne pregiudicato bolognese.
L’origine dei fatti la sera di Pasqua quando una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Villa Minozzo durante un posto di controllo notava transitare nella corsia opposta rispetto a quella oggetto dei controlli, un’autovettura Fiat Uno condotta da un uomo dal volto “sospetto”. Il conducente peraltro alla vista della pattuglia voltava la faccia aumentando la velocità con l’intento di dileguarsi. Insospettiti da tali circostanze i Carabinieri balzavano sull’auto ponendosi all’inseguimento della Fiat Uno che veniva fermata poco lontano. Alla guida il predetto 65enne risultato sprovvisto di patente in quanto mai conseguita. E’ stato l’inizio dei problemi per l’uomo, in quanto i carabinieri notando evidenti effrazioni sia alla portiera che al blocco di accensione approfondivano gli accertamenti anche sul mezzo appurando che lo stesso risultava essere stato rubato il 27 marzo scorso ai danni di un 60enne bolognese a cui veniva restituita. Ma no è tutto! Dentro l’autovettura i Carabinieri rinvenivano i classici attrezzi da “lavoro” dei ladri tra cui un piede di porco, tre grossi cacciaviti, una tronchese, guanti per non lasciare impronte e due torce a led. Nonostante siano ancora da chiarire i motivi della presenza nel reggiano del 65enne bolognese i militari hanno non hanno tanti dubbi in quanto oltre al fatto che lo stesso sia noto anche agli stessi Carabinieri gli “strumenti da lavoro” trovati in suo possesso non lasciano spazio a troppe interpretazioni. Si sa l’intenzione non e’ reato per cui l’uomo non è accusato di nessun furto ma e’ chiaro che l’armamentario trovato in loro disponibilità, data le circostanze di tempo e di luogo alimenta comunque forti sospetti. Ed e’ per questo motivo che ora gli stessi Carabinieri stanno cercando di approfondire i fatti al fine di capire i reali motivi della sua presenza nel reggiano.