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Il Comune di Casalgrande non ha debiti nei confronti delle imprese e vanta tempi brevissimi di pagamenti

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denaro_euroPer la Banca d’Italia, sono 71 i miliardi di crediti vantati dai privati verso la pubblica amministrazione. Molti di essi, sono dovute –giova ricordarlo- al patto di stabilità interno imposto dallo Stato agli enti locali che produce distorsioni nel sistema di gestione della liquidità. In questo contesto, sul nostro Paese pesa anche il triste primato europeo dei ritardi di pagamento da parte pubblica, con una media di 180 giorni che in alcuni settori e regioni supera i 600 giorni.

In questo quadro, il Comune di Casalgrande registra un dato molto positivo e in controtendenza rispetto a quello di altre realtà italiane e della provincia, poiché non ha fatture scadute in sospeso, né in relazione alla spesa corrente, né in relazione a quella per investimenti. Il Comune paga, salvo problematiche particolari, nei termini contrattuali.

Le scadenze delle fatture emesse dai fornitori possono essere di 30, 60, oppure 90 giorni dalla data fattura, come avviene ad esempio per le pulizie, i buoni pasto, la pulizia delle strade e le forniture di cancelleria. Sia nel 2011 sia nel 2012, la media dei pagamenti è stata la seguente: massimo 50 giorni dalla data di emissione della fattura, che spesso è ricevuta dopo la sua data di emissione, e soli 28 giorni dalla data di protocollazione del servizio Finanziario, che avviene spesso dopo qualche giorno rispetto alla sua ricezione in Comune. Un dato perfettamente in linea con quanto disposto dal Decreto legislativo n. 192/2012 che recepisce la direttiva 2011/7/UE in materia di lotta contro i ritardi di pagamento e che obbliga i Paesi membri a stabilire dei tempi di pagamento, tra imprese e pubblica amministrazione non superiori a 60 giorni.

A breve sarà attivata una procedura per garantire la protocollazione in entrata delle fatture, in modo da risalire alla data precisa di ricevimento, che consentirà di quantificare i pagamenti in modo ancora più puntuale.

Per il sindaco Andrea Rossi: «Questo dato è indicativo della buona salute finanziaria in cui ha versato l’ente in questi anni, e dell’attenzione che è stata dedicata alle imprese e più in generale ai creditori, che devono fare fronte a una profonda crisi economica e un persistente problema di liquidità. È evidente che la situazione attuale è oggi ben diversa poiché non sappiamo quando riusciremo ad approvare il bilancio, come già abbiamo prospettato in una serie di incontri, anche a causa della possibile assenza di guida politica del Paese. Questa situazione virtuosa allora rischia di essere un lontano ricordo ed essere drammaticamente ribaltata».