Quando nel 2007 la ricoverarono in ospedale, a Sassuolo, aveva gli occhi tristi. Era convinta che non sarebbe più tornata a Pavullo. E invece, nonostante il delicato intervento, il pacemaker “fece il suo lavoro”. Edera Saetti, a differenza di quanto aveva creduto, fece ritorno a casa, piena di nuova vitalità ed entusiasmo. Se non fosse per il nome, di quelli che non si sentono tanto spesso, la sua storia potrebbe avere qualunque età. E invece è straordinaria, anche in questo, perché Edera è un’elegante signora che quest’anno spegnerà le sue ‘prime’ 101 candeline. Nata a Novi di Modena, alla fine di luglio del 1912, Edera oggi vive con suo figlio (e la nuora) a Pavullo. Ogni anno, da quando i cardiologi di Sassuolo le hanno installato il pacemaker, viene a fare una visita di controllo in ospedale.
In reparto, ormai, la conoscono tutti, medici e infermieri. E anche lei, a dispetto dell’età “non più giovanissima”, dimostra di avere una memoria di ferro; saluta i volti conosciuti e li ringrazia per le attenzioni. Quando è in vena recita una poesia o intona una canzone con voce decisa. “I versi – ci tiene a spiegare – li ho imparati da ragazza, quando ero ‘a servizio’ presso una famiglia per occuparmi dei bambini. Li aiutavo a fare i compiti e così imparavo con loro”. “La signora Edera ci regala sempre un sorriso gentile – racconta Francesco Melandri, primario del reparto di Cardiologia di Sassuolo – non possiamo che augurarle altri cento anni di felicità”.