“L’auspicio è che il Comune si ravveda ed anche in fretta. Ciò che è stato compiuto rappresenta di fatto un primo passo verso la deregolamentazione selvaggia della programmazione commerciale, con conseguenze per le PMI del commercio al dettaglio di Vignola facilmente immaginabili”. Confesercenti Terre dei Castelli mostra tutto il suo disappunto di fronte ad una decisione assunta recentemente dall’Amministrazione comunale. Nella delibera ricognitoria del primo adeguamento dei regolamenti comunali ai principi di liberalizzazione previsti dalla direttiva Bolkestein e dai Decreti Salva Italia e Cresci Italia del governo Monti, è stata infatti inserita una variante alle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore vigente, atta ad emendare dal testo normativo tutti i vincoli merceologici. “Un atteggiamento iperliberista, inopportuno e del tutto ingiustificato – tiene a puntualizzare l’Associazione imprenditoriale – se non addirittura funesto per la programmazione della rete commerciale vignolese”.
La variante in oggetto, precisa Confesercenti – che elimina la puntuale distinzione merceologica tra il settore alimentare ed quello extralimentare attualmente prevista, nelle zone omogenee del Piano regolatore “C” di espansione residenziale e “D” a prevalente destinazione artigianale e terziaria – consentirà di realizzare strutture di tipo commerciale di medie dimensioni appartenenti indistintamente a ciascuno dei due settori, solo previa comunicazione di inizio attività. “Variante, che solleverà di fatto l’Amministrazione comunale di Vignola dall’esercizio della potestà di una puntuale programmazione dell’uso del territorio, proiettato per quello che riguarda l’insediamento di medie strutture di vendita verso una liberalizzazione di cui, data anche la crisi attuale non si sente di certo bisogno”.
“Utile ricordare dunque che la legislazione regionale esistente in materia, oltre ad essere ancora valida non ha subito alcuna modifica a tal senso. Ragione che ci fa ritenere che le norme di programmazione urbanistica contenute negli strumenti comunali e provinciali vigenti, restino ancora cogenti per quello riguarda le destinazioni d’uso. D’altra parte anche il decreto ‘Salva Italia’ prevede eventuali restrizioni alla libertà di insediamento che possono essere giustificate da motivi di interesse generale atti a garantire una razionale gestione del territorio. L’interesse generale che sottintende alla pianificazione urbanistica è prevalente rispetto ad altri, in quanto finalizzato al coordinamento ed al bilanciamento di tutti gli interessi in campo, compresi quelli relativi all’esercizio delle attività economiche”.
“Nel ricordare quindi che Confesercenti ha sollecitato l’apertura di un confronto tra la Regione Emilia Romagna, Provincia e Comuni, per una verifica della coerenza alle nuove norme della programmazione commerciale e soprattutto per fornire un orientamento alle Amministrazioni Comunali e Provinciali che evidentemente faticano nell’applicare le nuove norme, siamo a ribadire che un moderno sviluppo della rete distributiva al dettaglio non potrà essere regolato solo ed esclusivamente delle dinamiche di mercato, ma abbisogna di regole, poche, semplici e utili soprattutto a garantire a tutti i soggetti pari diritti e opportunità. Per questo sarebbe stato opportuno ed indispensabile che decisioni di tale portata – non da ultimo e importante anche per arrivare ad un’interpretazione omogenea dell’applicazione delle normative – fossero state assunte dall’Amministrazione comunale vignolese solo dopo il confronto tra Regione, Provincia e Comuni”.