La cantatrice calva che “si pettina sempre allo stesso modo” sarà in scena al Fabbri di Vignola in doppia data, giovedì 17 e venerdì 18 gennaio.
Dopo il premio UBU 2010, come miglior spettacolo dell’anno ricevuto per Finale di Partita di Samuel Beckett, Massimo Castri,uno dei maestri del teatro contemporaneo, che ha diretto il Metastasio dal 1994 al 2000 facendolo diventare nel 1998 il teatro stabile pubblico della Toscana,
affronta qui per la prima volta un altro maestro del ‘900 come Eugène Ionesco.
Ionesco è con Samuel Beckett il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita “teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza.
La prima messinscena di Parigi del 1950 fu tutt’altro che un successo; il genere, del tutto particolare ed innovativo, lasciò infatti perplessi gli spettatori. Nuovamente inscenata nel 1955, la pièce riscosse un enorme successo.
Ionesco si presenta come autore d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia.I protagonisti sono due anonime coppie inglesi – gli Smith e i Martin – rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla.
È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, (“il soffitto è in alto, il pavimento in basso”, “i giorni della settimana sono sette”), rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica.
La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il
risultato del lapsus di un attore durante le prove.
Non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo. E il silenzio generale, l’imbarazzo che seguono alla sola allusione al personaggio mostrano ironicamente il disagio di un drammaturgo incapace di giustificare la ragione d’essere del suo personaggio.
La cantatrice calva ha anche la funzione di contribuire all’incoerenza ambientale.
L’aggettivo “calva” appare anzitutto incompatibile con l’immagine che si ha di una cantante, creando, in tal modo, un’impressione di estraneità. La risposta che la signora Smith dà alla domanda del pompiere, “si pettina sempre allo stesso modo” accentua ancora il carattere assurdo del personaggio, mentre la sua inutilità va assolutamente nel senso di vuoto e dell’insensatezza delle conversazioni.
Lo spettacolo andrà in scena giovedì 17 gennaio alle ore 21.00 e replicherà venerdì 18 gennaio alle ore 15.00. La scelta dell’orario pomeridiano è stata fatta per accogliere le richieste degli istituti scolastici del comprensorio vignolese, ma la seconda rappresentazione è aperta anche al pubblico adulto, con riduzioni particolari sul costo del biglietto.